Mi chiedo cosa accadrebbe se, anche senza la morte di un Papa, le persone continuassero ad incontrarsi, nel fresco della sera, in una bella e ampia piazza illuminata con gusto, saziandosi di sguardi e di silenzi, di mormorii e di fruscii gentili.

Abito a poche centinaia di metri dal Vaticano e mi è impossibile non parlare di questo autentico fenomeno sociale che si è determinato con la morte del Papa.
Ogni sera ho fatto una passeggiata fino alla Piazza San Pietro e ogni sera, sia prima che dopo la sua morte, ho trovato una folla fitta e silenziosa, non triste, ma quasi segretamente rasserenata dall’evento del poter “stare insieme”, in una sorta di legittima necessità di incontrarsi con i propri simili.
E la cosa avveniva e continuava ad avvenire. Mi chiedo cosa accadrebbe se, anche senza la morte di un Papa, le persone continuassero ad incontrarsi, nel fresco della sera, in una bella e ampia piazza illuminata con gusto, saziandosi di sguardi e di silenzi, di mormorii e di fruscii gentili.
Qualcuno mi ha chiesto, incontrandomi tra la gente.
“Che ne pensi?”
“Stavo appunto pensando, chissà se succederà mai nella storia degli uomini che, alla morte di una persona qualsiasi avverrà una mobilitazione di questo genere, un dilagare amoroso del dolore, magari udendo qualcuno sussurrare è morto un essere umano.”

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