ESERCIZI TEATRALI

Le prove di teatro è una cosa bella e devertente per lepersone pero c’estano le persone che alloro non gli piace il teatro ma unaltra cosa che gli piace come peresempio il nostro teatro che faciamo tutti Mercoledi. Ame mie piaciuto a stare nel buio quando io stavo nel buio e sentivo la musica forte, io sentivo rilasare con lamusica, e già  una cosa bella e stavo per adurmentarsi per che era già  buio, ero contento e sentivo soletico e poi siamo tutti seduti nel cerchio insieme.
Abbiamo festeggiato il compleanno di nosta compagna di gruppo che si chiama Valeria che afatto 27 anni 9.03.2005 mercoledi e abbiamo mangiato le cioccolatini baci perugina. E quando finito le prove di teatro siamo andati tutti a casa. Per me erano tutti belli emozioni e devertenti. Ciau a tutti.

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Mercoledì 9 marzo abbiamo fatto un gioco che a me piaceva molto. Io ho detto quelle parole perché immaginavo di stare nella carrozza di papà  (Mangiafuoco) a festeggiare il compleanno di Pinocchio. Ho detto esattamente queste parole: BASTA, BASTA , BURATTINI ORA BASTA! ORA TOCCA A TE PULCINELLA E A TE COLOMBINA, VOI ALTRI BASTA.
BASTA l?ho detto perché i burattini stavano facendo troppo chiasso, e se papà  lo scopriva, guai a me! Mi metteva subito in punizione perché mi diceva sempre: devi trattare male quei pezzi di legno!
Invece ho detto tocca a te Pulcinella e a te Colombina perché approfittando del compleanno di Pinocchio avevano fatto uno spettacolo tutto nuovo e in quel momento toccava a Colombina e a Pulcinella.

(rivolto a Giovanni)

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Giovanni mi ha coccolato, Ivan e Mischa pure. Io stavo sul materasso e m?hanno svegliato.
Mi sono pure addormentata!
E tutti che mi coccolavano: Susanna tutta panna, Ivan, Mischa che mi ha dato la mano mentre mi sono addormentata, Battistiano quello che ha smesso di fumare. Se proprio non mi confondo mi sa che tutti mi hanno coccolato.
Vorrei fare la mamma di Mischa e Ivan. Loro per affetto mi hanno chiamato mamma.

La mamma ai bielorussi.
Ho desiderio di fare la mamma.
Mi farei chiamare mamma da tutti i soci del Cavallo Bianco.

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Sentivo la sensazione che qualcuno volesse il mio aiuto il calore la mia protezione, ma il mio personaggio mi spingeva a fuggire da quella situazione perché avrei solo salvato me stessa e non chi avevo davanti.
Alla fine avevo un gran mal di testa, ero divisa in due tra fantasia e realtà .

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Mercoledi prima delle prove dello spettacolo abbiamo fatto un gioco. Il gioco era questo: dovevamo sdraiarci e chiudere gli occhi mentre qualcuno si alzava e cominciava a carezzare le persone sul corpo o prenderli le mani.
Alla fine del gioco, ciascuno doveva dire che cosa aveva provato. Quando ho chiusi gli occhi mi sentivo che stavo in un posto molto buio, ma non avevo nesuna paura; ero rilassata, tranquilla, sentivo soltanto le carezze sul mio corpo. Dopo quando è entrato Sebastiano mi sono destratta.

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Ai confini della realtà ; nella foresta incantata, speravo di incontrare la piccola fata. I miei occhi non avevano luce, sondai con le mani. Avevo deciso che se l’avessi incontrata mi sarei fermata a giocare con lei o con qualche altra fata. La piccolina mi fa molta tenerezza e questo è il suo potere. Fra folletti, gnomi, principi e altre fate: la incontrai. Le sue braccine sottili mi sciolsero il cuore. Muovendo le manine in un modo che solo lei conosce, mi regalò un po’ della sua polvere di stelle ed io la ricambiai con il mio calore solare.
La strinsi al mio cuore e la sua essenza risali su per il tutto il corpo fino a raggiungere il capo, poi l?anima e infine la mia umanità .
E là  una parte di lei naviga da millenni nei miei sogni.

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