DIARIO AZZURRO n. 74 del 22.02.2005di SILVANO AGOSTI

Insomma anche la maldicenza, come la violenza e la sopraffazione, è un sintomo di disperazione. Quindi quando qualcuno "vi parla male" di qualcun altro, chiedetegli cosa gli è successo e magari se gradisce un thè o un cappuccino.
Un’analoga riflessione si può riferire alle forze politiche che sopravvivono denigrando la loro controparte e spendendo i magri residui della loro intelligenza a parlar male dell’avversario, rivelando ovviamente in tal modo il livello di disistima che erode i loro sentimenti.

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Nulla è meno intelligente del disamore di sè. Ma come, ognuno di noi sa bene che può continuare a vivere senza la madre o senza il padre o senza l’eventuale adorato amore, ma senza se stesso no, non può continuare a vivere. Quindi il solo essere senza il quale non possiamo vivere siamo noi stessi. A questo punto un forte patto d’amore con se stessi è la decisione più semplice e più adatta a chi vuole uscire dal solco umiliante del solo esistere, per entrare finalmente nel territorio della vita.

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Mi ha lasciato come sempre un senso di profonda amarezza la statistica citata oggi dai giornali radio secondo la quale solo 1 abitante su 8 in un anno è entrato in un museo 1 su dodici ha assistito a uno spettacolo teatrale e così via.
Questo 1 su otto è probabilmente qualcuno che non lavora 8 ore al giorno. E quando potrebbero e perché dovrebbero entrar nei musei quelli che dopo otto, dieci ore di lavoro, devono attraversare una città  devastata dal traffico e arrivare finalmente in una casa devastata dall’indigenza e dall’obbligatorietà  affettiva?

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