– Il mondo è sotto attacco chimico. Non un attacco frontale, ma un lento, inesorabile accerchiamento. E il responsabile non è Saddam Hussein o qualche pericoloso terrorista internazionale, ma la mancanza di regole efficaci che obblighino le industrie chimiche a limitare le sostanze più velenose, sostituendole con prodotti meno nocivi. La battaglia però non è affatto persa, anzi. Gli strumenti per risolvere il problema sono a portata di mano, ma basta volerlo e occorre farlo quanto prima.
A lanciare l’allarme è il Wwf, che ha presentato oggi la sua campagna "Svelenati" per sostenere l’approvazione da parte dell’Unione Europea del nuovo Regolamento per la registrazione, valutazione e autorizzazione delle sostanze chimiche, conosciuto anche con l’acronimo di Reach.
Per dimostrare come la situazione sia critica e bisognosa di interventi, l’associazione del Panda ha convinto 18 vip (12 uomini e sei donne tra attori, parlamentari e giornalisti) a sottoporsi a un "blood test". I risultati degli esami svolti sul sangue di Massimo Wertmuller, Vittorio Sgarbi, Giovanna Melandri, Margot Sikabony e altre 14 "cavie" illustri sono stati illuminanti. Nei campioni i ricercatori dell’Università di Siena hanno riscontrato ben 65 contaminanti di provata tossicità : in pratica il 59% dei 111 principi chimici ricercati. In media ogni volontario aveva nel sangue 47 agenti chimici, ma la persona più inquinata ne aveva 59.
Tutti i sottoposti al test sono risultati contaminati da metalli pesanti (soprattutto piombo), mentre nel 94,4% dei casi sono stati trovati Pcb (policlorobifenili, classificati dalla Iarc, l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro, come "probabili cancerogeni per l’uomo"). Nel 91,6% c’erano poi tracce di pesticidi clorurati (responsabili dell’alterazione della fertilità e di malformazioni) nel 72,2% sono stati scovati idrocarburi policiclici aromatici (cancerogeni e mutageni), nel 66,6% dei testati c’erano diossine (riconosciute come cancerogeno umano dallo Iarc e noto interferente endocrino).
"Per fortuna – ha spiegato Mariagrazia Midulla del Wwf – le quantità trovate nei nostri volontari sono minime, e non rappresentano una minaccia diretta alla loro salute, ma questo ci deve mettere in guardia. Siamo comunque in presenza di un livello di rischio intollerabile per persone non esposte professionalmente. A fronte dell’aumento esponenziale delle patologie tumorali, del sistema endocrino e riproduttivo, non è più procrastinabile l’approvazione di un nuovo regolamento sulla chimica a livello europeo che ponga in primo piano la difesa dell’ambiente e della salute dei cittadini".
Il nemico, per rimanere alla metafora guerresca, si nasconde ovunque: le sostanze entrano nell’organismo attraverso ingestione, inalazione o assorbimento dermico. In pratica non c’è oggetto della nostra vita quotidiana che non rappresenti un potenziale fattore di avvelenamento: abiti, vernici, cosmetici, detersivi, mobili, giocattoli. Sono sostanze che hanno impregnato il nostro habitat e viaggiato per il mondo, finendo per inquinare anche i poli.
Basti pensare che dopo i metalli pesanti il veleno più presente nel sangue dei vip analizzati è il Dde, ovvero il derivato del Ddt, "composto – ha spiegato il professor Silvano Focardi, preside della facoltà di Scienze dell’Università di Siena – che non viene utilizzati da molti anni in Europa". "Accanto a questi ‘vecchi contaminanti’ – ha aggiunto Focardi – ne sono stati ritrovati altri come i polibromodifenileteri (Pbde) di cui non si conosceva la presenza nell’uomo".
La svolta per contrastare questo pericolo potrebbe arrivare dall’approvazione del Reach, il regolamento dell’Unione Europea che obbligherebbe produttori e importatori di sostanze chimiche a registrare le sostanze usate, dando alla speciale agenzia europea la possibilità di chiedere supplementi di valutazione e infine concedere l’autorizzazione solo per quelle sostanze particolarmente preoccupanti per le quali si dimostri la possibilità di adeguato controllo. Accorgimenti apparentemente semplici, ma che avrebbe effetti dirompenti sulla sicurezza. "Il Reach – ha spiegato il relatore del provvedimento, l’europarlamentare del Pse Guido Sacconi – rappresenta un nuovo paradigma di idea di sviluppo, ma è uno strumento estremamente complesso: sono ben 1200 pagine di regolamento. La nostra speranza è quella di riuscire a renderlo operativo entro la fine della legislatura in corso".