Desidererei possedere,
ardentemente,
un paio d’ali
per poter sfuggire
dalla mia disabile realtà
e alzarmi verso il cielo,
con un solo battito d?ali,
come una possente
aquila imperiale.
Il balcone
della mia stanzetta
sia in primavera,
sia in pieno inverno
è colmo di fiori
d’ogni specie
e d’ogni colore.
Sono fiori
del mio handicap,
fiori delle mie lacrime,
fiori delle mie sofferenze
passate e future,
fiori della mia solitudine,
fiori delle mie gioie
e fiori delle mie poesie.
Ma sono
i fiori inestimabili
ed imparagonabili
della mia vita.
Essere spastica,
per me,
significa:
essere più intelligente,
più sensibile,
più solare,
più volitiva
dei normodotati
seppur nella nostra
assoluta immobilità .
Vuol dire,
anche,
sapere più degli altri,
studiare più degli altri,
prevedere più degli altri,
acquisire e raggiungere
mete più elevate
delle cosiddette
e non speciali
persone normali.