Focolare,
mi rammenti,
quando, bambina,
seduta dirimpetto
a te,
udivo le splendenti poesie
che mia nonna leggeva
per rendere meno amaro
il mio destino,
e con la fantasia
galoppavo, sorridendo
tra la musica
e l’irrealtà .
Oggi,
tu, focolare,
non ci sei più
e non c’è più,
neppure,
la mia amata nonnina.
Ma le poesie
escono
dal mio intelletto
e dalle mie vene,
si posano sul computer,
addolcendomi
la vita.
Discendesti
dall’Eterno Universo
e da una splendida costellazione
di Fuoco Divino,
piccolo e grande
Re dei re.
Venisti,
al mondo,
assumendo l’aspetto
d’un neonato comune
bisognoso di protezione,
Re del re.
Avresti potuto e dovuto
nascere nell’immensa ricchezza
ma T’inchinasti dirimpetto
alla povertà ,
alla sofferenza,
all’ingiustizia,
alla solitudine
ed all’umiltà ,
Re dei re!
La gelida brina mattutina
si posa sui nudi rami
del ciliegio,
ricamandoli d’un pizzo
tutto d’argento
con il riflesso del cielo.
Tra il magico biancore della neve
e degli ultimi raggi solari
forma uno specchio cristallino
ed ogni cosa diventa un incanto:
questo è l’impareggiabile spettacolo
della natura invernale.