Un dolore condiviso
è un quarto di dolore.
Mentre una gioia dimezzata
è triplice gioia.
Io, cara mia gemella,
Mariangela,
non sai,
quanto sia felice
di condividere
tutto ciò
che provo
con te.
Eco lontana,
ti sento vicina
perché
raccogli ogni suono soave
dal fondo della valle
e lo riconduci
fin qui, da me,
inducendomi ad immaginarlo,
malgrado
il mio senso uditivo
tarpato dalla mia fisica spasticità.
Eco lontana,
eco dolce e serena;
io ti amo
poiché ogni sera
vibri nell’anima mia,
canti dentro di me,
colmi di letizia novella
il mio pulsare veloce
di giovane sangue poetico.
Alla nonna Angela
"Nonna,
ascoltami, ora!
Desidero farti
un’insolita domanda."
"T’ascolto, parla!"
"Chi mi verrà incontro
quando oltrepasserò
questa vita?"
"Ti verrò
incontro io
con il Buon Pastore."
"E poi?"
"E dopo
ci saranno:
il nonno Marziano,
il nonno Oreste,
la nonna Maria,
lo zio Francesco,
la zia Minchina,
e coloro,
che vicini e lontani
ti hanno amata
ed apprezzata
per la gioia di vivere,
nonostante la infermità;
per il tuo pensiero
e per le tue doti poetiche."
"…E…papà?"
"Papà verrà per ultimo!
Verrà per ultimo…
…a stento, vergognandosi…
per come ti ha trattata…
per quel nonnulla
che non ti ha dato."