Ieri, verso l’una e mezza di notte, mi ha svegliato il suono prolungato del campanello.
Ho aperto la porta. Davanti a me c’era il novantacinquenne coinquilino del quarto piano. Era in pigiama e aveva una spessa coperta intorno alle spalle.
"Non ce la faccio a dormire. Scusami ma sei l’unico che mi può capire.
Ho visto una cosa terribile alla televisione. Fammi riprender fiato".
Aveva gli occhi luccicanti e le guance umide di lacrime.
L’ho fatto entrare e si è accomodato sul divano, lasciando emergere alla luce il viso stravolto.
"Per tutta la serata hanno fatto la storia privata del Duce e sembrava che parlassero di un brav’uomo, affettuoso e gentile con i figli maschi e sottomesso per amore alla figlia femmina. Fine musicista.
La trasmissione sosteneva che Mussolini avrebbe detto – Sono riuscito a piegare l’Italia, non riuscirò mai a piegare mia figlia -.
Volevo rompere il televisore, tutte le volte che il presentatore appariva col suo sorriso servile a completare il quadretto del Duce buono e gentile".
"Beh, non è poi così terribile, visto che al governo ci sono dei nostalgici, forse perfino i simpatizzanti di quel periodo".
"Tu non sai che nel 1929 avevo 21 anni e mi hanno arruolato per la campagna di Libia. Costringevano noi soldati a radunare donne, bambini, vecchi e animali al centro dei villaggi e ucciderli bruciandoli con i lanciafiamme e le armi da fuoco. Comandava il generale Graziani che i libici avevano soprannominato -il macellaio-.
Poi è venuto anche lui, il Duce, a complimentarsi per il buon lavoro fatto dal -macellaio-.Tornato in Italia sono stato cinque anni in manicomio.
Non riuscivo a dormire per quello che ero stato costretto a fare e che avevo visto".
Il mio coinquilino a questo punto si è abbandonato a un silenzio abissale, tanto che ho pensato si fosse addormentato.
"Dieci anni dopo mi hanno richiamato e mi sono ritrovato nei Balcani. Avrebbe dovuto esserci il presentatore della trasmissione di stasera sul duce buono nel Montenegro ad ascoltare Mussolini che parlava ai soldati.
Chissà se quei discorsi li conosce, il Vicepresidente del Consiglio.
Forse per questo ha detto -il fascismo è stato il male assoluto-.
Lo sai cosa ha detto il duce in Montenegro?"
Cerco di distrarlo dalle sue ossessioni.
"Vuoi un bicchier d’acqua?"
"Eh, magari fra un po’. Ti dispiace se mi distendo un attimo?"
Il novantacinquenne si accoccola sul divano. Poi d’improvviso alza il capo. Sai cosa ha detto il Duce a noi soldati?
"Ho sentito dire che in Italia siete tutti dei buoni papà, dei bravi mariti. Questo va bene a casa ma non qui, qui non sarete mai abbastanza ladri, assassini, stupratori".
Gli occhi gli si chiudono, non capisco se per nascondere le lacrime o per un sonno definitivo.
L’ho coperto con tenerezza.
Ha dormito da me.