EMOZIONI TEATRALI NELLA METROPOLI QUOTIDIANA

Dentro il mio cuore a volte ho una tale rabbia che le mie lacrime potrebbero rialzare il livello delle acque terrestri. Eppure mi controllo e cerco la tranquillità per poter agire. Questo mondo in prima, non da tempo, poi, è pieno di ingiustizie, di chiacchiere, nevrosi, depressioni, falsi miti, e soprattutto è caotico, in particolar modo la metropoli.
A volte, quando la giornata è pesante, torno dal lavoro col cervello in polpette.
Mentre guido piango, piango e penso. Ma non è il mio lavoro che mi fa piangere, è il contorno che più che altro è deprimente. Se si considera che molti cittadini non hanno neanche la pazienza di aspettare di incontrare un cestino per buttare una cartaccia come si potrà fare di più! Ho fatto un esempio banale.
Questa è una società scontata e cioè la maggior parte di noi dà per scontato che si veda tutti alla stessa maniera, si provi tutti gli stessi sentimenti; si veda si tocchi si senta…
Il consumismo e i suoi manovratori, ci spingono a non essere, ad assomigliarci sempre più, o meglio ad ispirarci a modelli da loro scelti per regolarsi sulle vendite od altro.
Questa non è una verità assoluta, ma i mass-media che ormai sono entrati alla pari di un familiare nelle nostre case spingono molti soggetti a fare scelte di vita da loro predeterminate. Però noi esseri umani siamo assurdi e non prevedibili e forse oggi sono troppo stanca e non posso darvi la parte di me più positiva.

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