LABORATORIO TEATRALEscampoli di emozioni e canovacci di vita

Caro papà se campavi a lungo ti facevo vedere i miei spettacoli,
se ascoltavi tua moglie e andavi a l’ospedale, ti curavano meglio e campavi di più.
Ma io ti sento proprio sia nel cuore che nella mente ed anche nella pancia.
Se campavi di più vedevi tutti i miei spettacoli (la suora in mutande, Pinocchio e Pinocchio) con tua moglie e ridevi come un simpaticone.
Non te l’aspettavi che avrei fatto l’attrice!
Da giovane facevi tutto il giro del paese e andavi a Velletri, Albano, Milano ecc.ecc. Come tua figlia Evelina facevi l’impiegato e il ragioniere.

Ho fatto tanto. Questo foglio vorrei veramente, ma veramente mandarlo al regista Giovanni Sansone. Mi arrabbio veramente perché la guerra dovrebbe smettere una volta per tutte. Ma non è finita perché ammazzano i genitori con la pistola; e per quello sto un po’ sulle spine.
Vorrei tanto fare la baby-sitter in Iraq, per distrarmi tanto. Io c’ho troppo il cuore sensibile. Vorrei quando saranno adulti i ragazzini Iracheni andarli un po’ a coccolare, portarli al mare con un cappellino e gli farei veramente da mamma. Proprio una vera madre che gli dà la camomilla, le vitamine per il mal di testa, li farei riposare, e gli direi "attento allo spigolo del cassetto che ti spacchi la testa". Come ho fatto con Naomi che l’ho salvata per un pelo; mentre tutti dormivano.

Il lunedì c’ho Roberto, mio fratello: Lui lavora tutta la settimana, anche la domenica.
Il lunedì c’ha il riposo mentale e viene a trovare la sua sorellina.
Io vorrei vivere con Decio, perché tanto sta in pensione, per primo tra i fratelli.
Però non ha il letto e lo spazio per me.
Io vorrei fare una gita a Firenze se Dio vuole.
Mi sento adulta, quando ho i miei problemi mi dovete lasciare in pace.
La mamma ti spiega tutto. Ha fatto tanto; con otto figli e undici nipoti ha avuto tanta pazienza e non ce la fa più.
La mamma si è tanto sacrificata; ci ha cresciuto, tanti figli, ha curato il papà prima che morisse, mi ha curato quando ero molto malata con delle gocce; mentre io sbandavo e mi mancavano le forze.
Mamma mi fa tanta pena quando piange, io me la coccolo e gli faccio le carezze sulla testolina.
La mattina quando mi sveglio alle sette e mezza otto, prima che viene Donatella, faccio colazione con mamma e prendiamo il caffè e io ci bagno anche i biscotti, poi mi rimetto a letto e aspetto che viene Donatella alle 9,30. Se mi alzassi potrei cadere e sbattere la testa. Già una volta mamma si è rotta l’anca per aiutare me mentre avevo una crisi epilettica.
L’ultima volta mentre portavo da mangiare ai bambini russi, sono caduta in avanti e mi sono rotta la bocca e il gomito.
Non voglio più che mi risuccede perché poi addio le prove.

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