Mi rivolgo
a voi,
miei cari
colli antichi,
colli verdi,
colli di Firenze
ridenti, o piangenti,
con voi vissi
più di cinque anni:
il tempo
della mia indimenticabile
e lontana infanzia
che or non più torna.
Voi, fiorentine colline,
una volta vi odiavo,
attualmente,
vi amo, vi rimpiango
e vi ringrazio.
Resterete
sempre vivi
nel mio cuore
e nel mio intelletto,
conservando di voi
un prezioso ricordo.
Perché voi
mi avete
insegnato a convivere
con la mia spasticità;
mi avete accolta,
curata ed amata
bambina,
con il professor Milani
e le sue educatrici
nell’istituto Torrigiani.