La ConsultaLA BOSSI-FINI è INCOSTITUZIONALE

ROMA – Eseguire un accompagnamento alla frontiera prima che venga convalidato dal giudice o arrestare in flagranza chi non rispetta un ordine di espulsione è incostituzionale.

È arrivato stamattina, con due sentenze della Corte Costituzionale, l’attacco al cuore della Bossi Fini. Annunciato da mesi, l’intervento della Consulta demolisce due capisaldi del sistema repressivo introdotto dalla nuova legge sull’immigrazione.

L’articolo 13, comma 3 bis del Testo Unico: "..il questore comunica immediatamente e, comunque, entro quarantotto ore dalla sua adozione al tribunale in composizione monocratica territorialmente competente il provvedimento con il quale è disposto l’accompagnamento alla frontiera. Il provvedimento è immediatamente esecutivo. Il tribunale in composizione monocratica, verificata la sussistenza dei requisiti, convalida il provvedimento entro le quarantotto ore successive alla comunicazione".

Di fatto, il giudice convalida o meno l’espulsione quando lo straniero è già stato accompagnato alla frontiera dalle forze dell’ordine. Secondo la Corte questo vanifica le garanzie previste dall’articolo 13 della nostra Costituzione, "e cioè la perdita di effetti del provvedimento nel caso di diniego o di mancata convalida ad opera dell’autorità giudiziaria nelle successive quarantotto ore". è inoltre violato il diritto di difesa dello straniero, perché la legge "non prevede che questi debba essere ascoltato dal giudice, con l’assistenza di un difensore".

Di qui la dichiarazione di illegittimità costituzionale dell’articolo in questione "nella parte in cui non prevede che il giudizio di convalida debba svolgersi in contraddittorio prima dell’esecuzione del provvedimento di accompagnamento alla frontiera, con le garanzie della difesa".

La Consulta ha bocciato anche l’articolo 14 comma 5 quinquies, che prevede arresto obbligatorio e processo in direttissima per chi non si è allontanato dall’Italia dopo un ordine di espulsione.
Fino a ieri, l’applicazione di questa norma ha assorbito a tempo pieno le forze dell’ordine e paralizzato i tribunali di tutta Italia.

Non sarà più così, dal momento che, a giudizio della Corte, l’arresto obbligatorio "non trova nessuna copertura costituzionale".

La Bossi Fini ha introdotto l’arresto obbligatorio per un "reato contravvenzionale, sanzionato per di più con una pena detentiva, l’arresto da sei mesi a un anno, di gran lunga inferiore a quella per cui il codice ammette la possibilità di disporre misure coercitive".

È proprio per questo motivo che i giudici non possono convalidare gli arresti, e devono quindi disporre comunque l’immediata liberazione del cittadino straniero.
"L’arresto obbligatorio – nota la Consulta – è dunque privo di qualsiasi sbocco sul terreno processuale, è una misura fine a se stessa".

L’arresto viola gli articoli 3 e 13 della Costituzione, che stabiliscono l’uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge e la restrizione della libertà personale da parte delle autorità di pubblica sicurezza solo "in casi eccezionali di necessità ed urgenza".

Riferimenti Legislativi:

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