Lunedì, 14/6/04 h. 0.20

Sono ben grato di essere stato invitato all’happening multi-artistico di poco fa, l’ormai a tutti noto "Pinocchio nel Paese delle Meraviglie".
Uno spettacolo che mi ha fatto bene al cuore, che senza ipocriti pietismi, ci ha fatto, quanto meno immaginare, un nuovo mondo possibile fatto d’amore e di spregiudicata accettazione di noi e degli altri, un nuovo mondo di arte, musica e danza (preso in prestito da Peter Gabriel).
Perchè è di questo che si è trattato.
Nonostante l’esiguità  delle risorse, esiguità  comune a tutte le iniziative degne di merito, secondo me, siamo stati immersi in un mondo tra il fantastico e l’iper-reale, dove il nostro beniamino Pinocchio, nel mondo attuale, era anche il folle, povero disgraziato, solo nel suo dramma, ben lontano da una vita degna di essere vissuta, emergente dai toccanti recitati del generoso Sansone.

Luci, musiche, danze, monologhi, che parlano simultaneamente al nostro criticismo adulto come alla nostra intramontabile fanciullezza, colma di sogni e di speranze.
Sapere che ci sono persone che con grande buona volontà  e talento necessario ci richiamano al rispetto e all’amore, è fonte di gioia, di sconforto anche, ma offre speranza.
È con gocce nel mare come queste, con gruppi uniti da queste aspirazioni, che si potrebbe veramente credere che questo sia l’inizio di una nuova era, chissà , quella dell’Acquario.

BÈ un grazie per aver mosso in me qualcosa, grazie di conoscervi, ho molto da imparare da voi, e magari, un giorno, ce la faremo.

Antonio

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