Senza titolo

Se nella vita c’è bisogno di pensare a qualcosa di Bello questo è il teatro. Perchè ti dà  l’opportunità  di passare un po’ del tempo a fare qualcosa.
L’unica cosa che porterò sempre nel mio cuore è Pinocchio, perché durante lo Spettacolo voglio dedicarlo a colui che lo ha fatto e che resterà  Sempre un Grande attore, Nino Manfredi. Sarà  una Grossa Tristezza farlo Pensando a lui e mi fa capire che Lui da lassù ci guarda con il Suo amore e ci Possa illuminare con il Suo Calore.
E noi lo faremo con tanto coraggio e come se lui fosse ammezzo a noi e voglio dire a Lui: Grazie Nino, tu con la tua forza e il coraggio ci hai fatto Passare momenti di allegria, con i tuoi film e con moltissime risate, ma rimane in noi il tuo Sguardo e il tuo Sorriso. Noi avevamo Pensato Perfino di invitarti per lo Spettacolo insieme a noi, ma ora credimi lo faremo con tanto amore Per Te.
Anche perché il nostro Grazie ti arrivi lassù.

Pensieri che si sfiorano, attimi che sfuggono e rimbalzano tra palco e realtà .
Siamo arrivati all’ultima settimana di prove di questo spettacolo; non so se devo essere felice o meno di trovarmi ora, a pochi momenti dall’inizio della rappresentazione per cui abbiamo fatto tanta strada. So comunque che non lo sarà  alla fine, perché sicuramente quando sarà  terminata, proverò quella strana sensazione che mi accompagna ogni volta che si finisce qualcosa di "fatto insieme", anche se rimane in me la soddisfazione di aver dato un po’ di felicità  agli altri.
È difficile dimenticare comunque il modo di essere stati insieme questo periodo, condividendo tutti i nostri modi di essere, di pensare, di confidarci le nostre gioie e i momenti difficili che abbiamo incontrato nella vita quotidiana di tutti i giorni.
La soddisfazione più grande che sto provando ora è qualcosa che supera comunque ogni tratto di questo percorso, le prove che abbiamo fatto, soprattutto per allentare le tensioni nervose, le difficoltà  di concentrazione e tutto ciò comporta il prepararsi ad un evento importante.
Per quanto riguarda il resto del tempo che manca a quel giorno è la cosa che più da vicino mi tocca. Per me che ho fatto tanti spettacoli, è presente, come d’altronde a tutti coloro che sono un po’ artisti, la figura di chi ci insegna e di chi lo ha fatto in passato. Sto parlando, e non senza un’emozione particolare, del grande NINO MANFREDI.
Il giorno in cui è entrato in ospedale, mi trovavo in vacanza al mare, ed ero in un momento artistico particolare: ad un certo punto della serata, ci è stato dato questo annuncio (per fortuna poi non era vero…): "È morto N. Manfredi"… Il gelo è sceso fra tutti, pubblico compreso. Non nascondo che ho pianto in modo disperato; "IL MAESTRO NON C’ERA PIU’", e gli sguardi degli attori che erano sul palco si sono trasformati in una maschera di ghiaccio o come mai avevo visto fino ad allora.
Forse è stata la sensazione più provante della mia vita e non credo che la dimenticherò molto presto. Forse il giorno dello spettacolo, quel GEPPETTO mi sembrerà  presente come mai lo è stato prima (dal punto di vista dell’uomo).
Per noi e per me che saremo sul palco sarà  l’unico, vero GEPPETTO rimasto nella storia della vita e del teatro.
Quella che comunque ci allenta un po’ di tensione sono i volti del gruppo dei bambini bielorussi, per i quali tutti ciò è semplicemente un gioco, ma che per noi è la cosa più importante, e non solo dal punto di vista delle emozioni, perché loro sono un po’ la nostra vita, il nostro interesse, ma soprattutto la nostra emozione, l’unica che ora dobbiamo provare; il nostro spettacolo comincia qui, comincia da loro.
Loro, piccoli grandi pensieri sul palco della nostra vita e nostra grande forza, perché scesi da quel palco, tutto ritorna nella realtà : la speranza di costruire per loro un futuro migliore per tornare a vedere il loro sorriso, specchiarsi nei nostri occhi, è questa per noi la vera, la sola, unica realtà .

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