Oggi venerdì 7 maggio, sulla superstrada E45 m’è successa una cosa che non mi era mai capitata prima. Alle 12,35, tra Ponte Felcino e Collestrada (Perugia), mi sono trovato dietro a una macchina della Polizia di Stato che rispettava il limite di velocità di 90 km orari. Limite peraltro eccessivo, ma io sono un autista che cerca di rispettare i limiti di velocità e mi ha fatto piacere vedere che anche le autorità ogni tanto rispettano il codice della strada. Mi dà fastidio vedere ogni volta che le auto della forza pubblica mi superano infrangendo la barriera del suono. Oggi sono stato lì a osservare gli automobilisti che arrivavano a 150, inchiodare dubbiosi, verificare che la Polizia andava a 90 e dopo qualche incertezza accodarsi disciplinati. La macchina della PS in pochi minuti aveva dietro un codazzo di gente che rispettava addirittura le distanze di sicurezza. Improvvisamente la superstrada non era piu’ un Far West. è incredibile il potere positivo che hanno gli uomini in divisa. Credo che se tutte le auto delle forze dell’ordine e le auto con le insegne di Stato rispettassero i limiti di velocità avremmo una rivoluzione nel traffico e una diminuzione del numero dei morti. Lo Stato, la convivenza civile, sono cose che vanno curate. L’idea di vivere in un paese che vuole garantire il rispetto della legge da parte di tutti è essenziale per la qualità reale della vita. è qualche cosa che si ottiene curando i piccoli particolari.
Lo stesso discorso, su altra scala, vale per le torture compiute dai militari Usa e inglesi (come a suo tempo dai militari italiani in Somalia… ma allora lo scandalo fu circoscritto…): hanno un effetto negativo enorme sul terrorismo e sulle tensioni internazionali. E c’è un collegamento diretto tra i bombardamenti sui civili e la recrudescenza criminale di questi mesi, con le suore sequestrate in convento e maltrattate da tre rapinatori e l’aumento dei mariti che rientrano a casa e sparano alle mogli. Nel 2003 gli omicidi in Italia sono aumentati del 10,3%, le truffe sono passate da 54mila nel 2002 a 187mila nel 2003). Aumentano anche scippi, borseggi, furti e rapine.
L’orrore della tortura semina terrorismo, violenza e altro orrore. Come il terrorismo semina la tortura e altri bombardamenti e altro orrore. è un gioco folle. E noi ci siamo dentro.
Quello che possiamo fare è ostacolare questa violenza contrastando l’ideologia della distruzione e della morte casa per casa. Giorno per giorno.
E vorrei a questo proposito lanciare un allarme: molti compagni stanno sbroccando sotto il peso dell’orrore e si sente di nuovo la gente parlare di "opporsi all’orrore con tutti i mezzi". Non ci vuole molto a capire che siamo sull’orlo di un fenomeno di ritorno a "quei mezzi". Le armi.
Davanti a questo drammatico momento storico esiste il rischio gravissimo che una (piccola) minoranza del movimento scelga di tentare nuovamente la radicalizzazione dello scontro. Ma basterebbero un centinaio di "schegge impazzite" per scatenare, in Italia, un quinquennio di morte e distruzione.
I segni, lo sapete, ci sono tutti. L’esasperazione è alle stelle. Il senso di impotenza davanti all’orrore quotidiano è enorme e le persone sensibili lo vivono fisicamente. E apparentemente non c’è nessun progetto che ci possa portare fuori dal tunnel di questo divertimento.
Possiamo sperare che succeda qualche cosa che blocchi questa deriva di suicidio collettivo? Nel Cacao del 4 maggio, cercavo di raccontare le poche cose positive che stanno succedendo in Iraq.
E speravo che iniziassero a venire segni piu’ consistenti. Ed ecco che arriva la notizia, che 150 capi famiglia sciiti (Ulema) hanno chiesto alle milizie armate di ritirarsi dalle città assediate. DopodichÈ gli Usa hanno attaccato. Forse quello che temono è proprio che si manifesti una terza posizione pacifista che abbia la forza di imporre una trattativa sulle elezioni e il passaggio all’Onu del controllo dell’ordine pubblico. Comunque qualcuno sta cercando di fare qualche cosa in mezzo alle bombe. Sosteniamoli almeno parlando di loro.
Dai una possibilità alla pace!
Ma intanto abbiamo un problema immediato: fare i conti con il trauma che abbiamo vissuto rispetto a questa storia orrenda delle torture. Vedere l’impietoso realismo delle immagini è stato uno shock. Credo che sia giusto allora chiedersi:
C’È un tempo in cui bisogna sudare e faticare con la mente per scoprire un filo di vita nel baratro dell’orrore.
Sinceramente sto male da parecchi giorni per questa storia delle torture in Iraq. Da anni denunciamo le torture in Iraq, in Afghanistan, in Somalia, nella ex Jugoslavia… Diventai un attivista politico a 11 anni dopo aver letto un libro sulle torture praticate dai marines in Vietnam.
La tortura non è una novità.
Lo shock terribile per me è vedere che davanti all’evidenza assoluta dei crimini non ci sia una reale crisi, un reale rendersi conto del significato di cio’ che succede. Bush e Blair si dichiarano sinceramente inorriditi e il generale Janice Carpinski, che comandava il carcere sarà processata. E chi mandano a sostituirla? Il generale che comandava Guantanamo!!! Un altro lager dove a torture non scherzano.
Il fatto che per la prima volta l’orrore della tortura venga ammesso e, almeno a parole, condannato dai capi dei torturatori stessi, è certamente un passaggio essenziale verso la nascita di un umanità amorevole.
Ed è una grande novità che, finalmente, nessuno possa negare l’evidenza.
Sono secoli che pochi individui denunciano l’orrore delle torture. E queste persone sensibili alla vita sono aumentate via via e oggi sono milioni. Ma fino a quando queste informazioni sulla tortura giravano soltanto sui bollettini di Amnesty International, un angolo della nostra mente poteva continuare a sperare che fossero esagerazioni, che le cose non stessero esattamente cosi’. E invece ora la misura della verità si mostra in tutto il suo orrore.
Quella faccia di giovane donna che indica il membro del prigioniero e sorride allegra e spensierata. Quell’altra, anch’essa carina e felice che ride stando sopra una pigna di uomini nudi e incappucciati, disposti a piramide, in posizioni che potrebbero essere sessuali… Quell’assenza del senso del male in quei visi di giovani donne. Potrebbe essere la pubblicità di un nuovo sapone se non fosse l’orrore della Città della Morte. Cosi’ chiamavano il carcere di Baghdad i prigionieri ai tempi di Saddam.
Un presidente, un presidente vero, un presidente con un cuore, con un’etica, un presidente come quelli dei film… che quando scopre che i suoi soldati hanno fatto quello che hanno fatto, non si limita a dire "Sono sinceramente inorridito".
No, dovrebbe chiedersi se è vero che, come sostiene Amnesty International, la tortura è il sistema standard delle truppe americane ovunque e comunque.
E scoprirebbe anche che il suo paese istitui’ scuole per torturatori americani e stranieri, dove si insegno’ la tecnica della distruzione dell’uomo e della donna, la tecnica dell’umiliazione e dello stupro, delle scosse elettriche e delle pastiglie che ti spappolano la mente.
È ancora lunga la strada per fermare la tortura (quella dei russi in Cecenia, quella dei cinesi nelle carceri di Pechino, quella dei generali birmani e dei colonnelli Coreani del nord e del sud).
Ora che la tortura è stata mostrata in tutto il suo orrore sento il bisogno di capire la storia di questo male. Se ci riesco posso dargli una misura umana e sperare che si possa estinguerlo. Ho bisogno di scrivere questo articolo per fuggire alla paura che queste notizie mi danno. La paura di vivere in un mondo di mostri senza la possibilità di un cambiamento.
Ma andiamo con ordine. Prima prendiamo bene le misure.
È importante capire che l’inviolabilità del corpo non è un tabu’ per buona parte della popolazione dell’Occidente Cristiano.
Gesu’ ha patito il supplizio della Croce ma questo non sembra ispirare pietà…
Quel pazzo di leghista che sostiene la legittimità della tortura se episodica (non ripetuta) dimostra che c’è chi non prova disgusto totale per l’idea di catturare un essere umano e strappargli le unghie.
Per loro è un’eventualità che si puo’ prendere in considerazione.
A riprova di questo la storia di come è venuto fuori lo scandalo inglese delle torture. Mesi fa, lo racconto’ Nuovi Mondi Media, una pacifista che lavorava in un centro sviluppo e stampa foto, ricevette un rullino con scene di uomini picchiati, soldati che pisciavano loro addosso, sghignazzavano mentre li costringevano a reciproche fellatio, eccetera eccetera.
La ragazza corre alla polizia ma nessuno le dà retta. Astutamente aveva fatto delle copie e le mette su internet e vengono riprese dai siti pacifisti di tutto il mondo.
Avete letto una riga su uno dei grandi quotidiani italiani? Avete visto una qualche iniziativa politica da parte dei grandi partiti della sinistra? Silenzio assoluto in tutto il mondo occidentale. PerchÈ ovviamente sui giornali arabi stavano in prima pagina.
Volete dirmi che nessun giornalista italiano è collegato a internet?
Poveri piccoli sprovveduti…
Questa è la reale situazione dell’orrore. Solo quando un gruppo di esseri umani annidati nel cuore dell’Impero riesce a violare il segreto si scatena una reazione a catena. E finalmente nelle periferie questi giornalisti col tassametro hanno il coraggio di alzare la voce e gridare allo scandalo. Che grandi merde puzzolenti!
Ma è un grande segnale, comunque. Un piccolo gruppo di sorelle e fratelli, al di là dell’Oceano, è riuscito a far crollare la diga. E ora neanche Bruno Vespa puo’ dire che non è vero.
E dobbiamo osservare che è stato solo grazie ad alcuni militari e a qualche generale Usa che è scoppiato lo scandalo.
Questa è la novità. Lo dicemmo dopo il massacro di Genova: ci sono stati carabinieri che hanno difeso i pacifisti e pacifisti che hanno difeso i Carabinieri dai Black Block. Sta lentamente crescendo una nuova forma di rispetto umano che non riconosce neppure ai tuoi "compagni" il diritto di violare il corpo dei vinti e dei prigionieri.
Dobbiamo capire i meccanismi della tortura se vogliamo digerirla emotivamente e poi cancellarla dal mondo.
Ma per capire cosa stia succedendo bisogna parlare di Baghdad, e di un fatto passato inosservato: il primo tentativo di massacro umanitario.
Forse vi sarete chiesti anche voi perché il carcere, la Città del Male, sia stato bombardato a colpi di mortaio dalla resistenza (scusa Bruno Vespa). Il risultato sono stati 22 morti tra i prigionieri. Mi sono chiesto: perché uccidere i prigionieri? …Forse è stato un errore…
Ma non c’è stato nessun errore. I siti internet di quella che una volta era la resistenza irachena anti-Saddam raccontano la storia di una donna che riesce a far uscire un bigliettino dal carcere. E questo bigliettino arriva a destinazione e viene copiato in migliaia di copie e incollato sui muri della città di Baghdad e nei villaggi vicini. Il bigliettino dice: "Sono qui nella Città della Morte, ci violentano. Se restero’ incinta mi uccidero’. Vi prego attaccate questa prigione. Venite a liberarci."
Ma attaccare la Città della Morte è impossibile. L’unico atto di pietà puo’ essere quello di cercare di uccidere tutti i prigionieri.
Hanno liberato 22 anime dalla Morte. 22 anime come le carte dei tarocchi di Alessandria d’Egitto. In oriente i simboli hanno un potere.
È terribile. è un messaggio di morte e vendetta che non ha pari. L’orrore che l’occupazione americana sta provocando nel popolo musulmano è smisurato.
…Questa è la storia della Città della Morte che si racconta oggi nei bazar e nei suk…È una storia che grida vendetta. Una storia che muove la fantasia delle persone verso una forma di odio illimitato.
Avete idea cosa hanno pensato milioni di mussulmani guardando le foto di quelle donne sorridenti davanti a uomini costretti a mimare la sodomia?
Puoi immaginare signor Bush quanto odio ci costerà questo?
E tu sei mortificato? E mi metti a capo di quella prigione il famoso torturatore di Guantanamo?
Si dice che sia uno specialista in sodomia e uso creativo del trapano dentistico…Dice che l’ha visto in un film. Bravi ragazzi.
Ma a questo punto c’è da chiedersi di che malattia si tratti. Non riesco proprio a pensare che un qualsiasi piano diabolico preveda la fine del mondo dopo un agitato periodo di guerre, avvelenamenti da inquinamento, massacri dovuti a disastri ecologici, cibi transgenici ed epidemie scatenate da eccesso di antibiotici.
Questo è un grosso problema.
Puoi pensare che lo fanno apposta. Io non ci credo. Anche uno scemo ormai puo’ capire che si possono fare tanti soldi in tanti modi e che inquinare e ammazzare non è il modo piu’ comodo e intelligente…
No, io credo che siamo di fronte a una malattia mentale. Un gene culturale impazzito. Impazzito da millenni, non è una novità. E in effetti una volta era peggio, i prigionieri li squartavano per strada e la folla andava a applaudire.
Oggi metà dell’umanità almeno ha capito che infilare spranghe elettriche nell’ano delle persone non è segno di distinzione e classe. L’altra metà ha dei dubbi e un certo numero di strapazzati mentali è tanto fuori dal tempo da pensare che sarà carino mostrare ai vicini di casa riuniti intorno al tacchino le foto di quando pisciava in faccia ai sospetti terroristi col suo grasso pisellone in primo piano. Fa fine! è glamour.
Questo è l’aspetto centrale. Questa possibilità di esibire come souvenir dei bei tempi della guerra immagini di orrore puro.
Uno dei marines americani sotto processo ha dichiarato: "C’erano ufficiali, agenti della Cia, della Polizia Militare, ci dicevano che eravamo bravi, ottenevamo molti risultati."
La tollerabilità del male è la linea di demarcazione tra sanità e follia.
Ma se vogliamo fare qualche cosa per il futuro di questo mondo dobbiamo andare oltre. Andare a fare visita ai nostri spettri per capire come una ragazzina cresciuta a Coca Cola e McDonald’s possa giocare con il terrore di altri esseri umani e andarne tanto fiera da farsi fotografare. E questo senza che mai possa neppure sfiorarla l’idea che possa farsi dieci anni di carcere proprio grazie a quella fotografia…
È essenziale capire questo per salvare quel minimo di fiducia nel genere umano che ci serve per continuare a sognare.
Innanzi tutto dobbiamo collocare questo evento sulla linea della storia. Oggi esplode lo scandalo. Questa è la novità. E siamo di fronte a relitti umani trivellati dai telefilm violenti e dalle merendine ipercaloriche.
Sono persone tanto sprovviste di senso della realtà che non capiscono di avere commesso atti esecrandi.
Ma cento anni fa non ci sarebbe stato uno scandalo e trecento anni fa, i nobili e i ricchi programmavano i tour turistici in carrozza, tenendo conto del calendario delle impiccagioni. Faceva fine non perdersene neanche una. Gli antichi romani, al Colosseo si godevano lo strazio dei prigionieri in diretta, se ne ammazzavano mille per volta, quarantamila in un mese ai tempi di Traiano il Pazzo.
Poi i patrizi tornavano a casa e rifacevano le scene che gli erano piaciute di piu’ con i loro schiavi. I limiti legali entro i quali un padrone poteva torturare i suoi schiavi erano incredibilmente labili e peraltro le poche sanzioni previste non vennero quasi mai applicate.
Quindi dobbiamo renderci conto che siamo alla fine di un ciclo storico di orrore conclamato e acclamato e che questi psicotici che si mostrano nelle foto, felici delle loro bravate, sono l’ultimo colpo di coda del delirio che una volta era la cultura comune dei bravi cittadini onesti.
Ma ancora abbiamo bisogno di conoscere meglio la natura di questo orrore. Per anni mi sono chiesto come sia possibile che un essere umano giunga a tanto abominio. Molti grandi persone hanno lavorato per darci una risposta, una soluzione a questa angoscia logica e spirituale.
Come puoi farlo?
Questi ricercatori hanno fatto qualche cosa di incredibilmente difficile. Sono andati da questi maniaci e hanno parlato con loro con l’intenzione di ascoltare. E hanno scoperto un baratro di follia che ha una forma molto chiara e definita. Innanzi tutto la maggioranza di questi devastati psichici, una volta che trova chi li ascolti in modo neutro (senza esprimere giudizio), rivelano un bisogno terribile di parlare e di raccontare nei dettagli tutto l’orrore che hanno commesso. E sono disposti anche a descrivere minutamente i meccanismi mentali che mettono in pratica per riuscire a compiere tali orrori. Si tratta sempre dello stesso meccanismo di base, anche se le varianti sono infinite come gli oggetti che si possono usare per provocare dolore.
Tutte queste persone hanno una grave lesione emotiva che impedisce loro di capire che esiste veramente un mondo esterno indipendente dalla loro mente.
Lo so che sembra un pensiero assurdo, ma c’è un esempio che rende tutto piu’ chiaro.
Un gruppo di scienziati scopri’ che prima dello stupro i maniaci sessuali violenti passano ore a pensare a come prenderanno la loro vittima e a come la violenteranno, esplorando i dettagli piu’ minuti della loro azione, i dettagli della stoffa, delle mani, dei capelli. Percorrono questo delirio centinaia di volte generalmente masturbandosi. Poi quando compiono realmente lo stupro rivivono le fantasie e questo permette loro di trattare le immagini di cio’ che sta avvenendo come se non fossero reali. Sostanzialmente agiscono in uno stato di totale sordità alle sensazioni, l’azione avviene per loro solo nella testa, non ascoltano le sensazioni reali ma quelle mentali.
Nelle loro fantasie la vittima gode della violenza che loro le infliggono e alla fine ringrazia e diventa schiava masochista di qualunque aberrazione.
Il fatto che la vittima reale urli veramente e pianga, per lo stupratore è solo una finzione.
Questi ricercatori hanno cercato di verificare se la loro ipotesi fosse corretta proponendo agli stupratori di recitare lo stupro di cui sono colpevoli. Si è notato in molti casi che i boia riescono a descrivere molto bene quello che hanno fatto mimando le proprie azioni piuttosto che descrivendole a parole. La mente tende a cancellare il ricordo dell’orrore commesso, il corpo ricorda.
Dopo che lo stupratore ha mimato tutta la scena della violenza con un attore, allora si invertono i ruoli e lo stupratore rivive l’azione interpretando il ruolo della sua vittima.
A questo punto in molti casi si è verificato una specie di corto circuito mentale. Mentre lo stupratore è meccanico e automatico quando esegue i gesti atroci che ha compiuto veramente, se li rivive dalla parte della vittima è sconvolto da crisi emotive violente e sembra colpito dall’orrore commesso, se ne rende conto per la prima volta.
Siamo cioÈ in presenza di vittime di un qualche trauma (a volte la vita di provincia in un’amorosa famigliola di egoisti è un trauma sufficiente). Essi hanno perso una fondamentale funzione umana: la capacità di empatia, di sentire l’altro, di entrare in comunione con chi ti sta vicino.
Questa menomazione emotiva e culturale è di per sÈ una mutilazione terribile: impedisce di innamorarsi, di giocare, di lasciarsi andare, di creare arte, di comunicare con gli esseri umani. Sono persone che pensano magari che con una foto in mano che li ritrae mentre picchiano la gente risulteranno piu’ simpatici e saranno meno soli.
Arida consolazione del torturato è sapere che il suo aguzzino soffre un tormento interiore feroce che lo rende insensibile all’esterno perché ha ucciso dentro di sÈ tutti i ricettori del piacere.
È come vivere in un sarcofago di pietra.
Si parla poco della frigidità femminile, per niente del fatto che la metà degli uomini soffrono di frigidità. Eiaculano ma non provano piacere. Gli antichi romani parlavano di "Tristezza post coitum". Essere felici dopo aver fatto l’amore era per loro impossibile e innaturale.
Sui libri di medicina si chiama ADENIA, ma è una parola che non trovi sul dizionario Zanichelli nÈ sul Garzanti. E neanche sui manuali di sessuologia a uso del popolo.
Da qui nasce la negazione del corpo. Dal sesso. Dove gli uomini hanno la clitoride? Dov’È il punto L?
Il sistema sessuale e culturale nega l’esistenza di una malattia che si chiama "non sento la vita, non ho piacere", I can get no satisfaction!
E allora ti puo’ sembrare sensato prendere un altro uomo, un’altra donna, infilargli delle lame nelle carni e rompere le sue ossa con un bel bastone mentre penzola dal soffitto.
Cosa pensava quel marines Usa mentre sparava sulle pecore per provare il mitra nuovo?…Come si è sentito quando gli hanno fatto notare che non aveva visto il bambino di 4 anni che era in mezzo alle pecore e che adesso non aveva piu’ la testa?
Perdona loro perché non sanno quello che fanno…. E perché non ci siano piu’ mostri di questo genere c’è da compiere una grande opera. Altro che la ricerca del Santo Graal… Bisogna iniziare a parlare in modo che molti di piu’ capiscano.
Ma attenzione, bisognerà anche capire che la tortura è un gene culturale prolifico e astuto, non basta estirparlo "nei malati". Dobbiamo estirparlo dal nostro modo di vedere… Una dimostrazione? Prova a immaginare che succeda qualche cosa di pazzesco e ti trovi in una stanza, solo tu e Berlusconi, e lui è legato e incappucciato e nessuno mai potrà sapere che sei stato li’…Glielo dai uno schiaffo o no? E quanti bravi compagni conosci che secondo te in una situazione simile un bel ceffone glielo darebbero… come minimo…
E la giustificazione quale sarebbe? Quella leghista? "Una percossa episodica non è tortura"?
E non ditemi che non ci riusciremo mai. A estirpare questa malattia della percezione. Non vi credo. Stiamo andando avanti.
Quella gente là, che ha tirato fuori le foto, le ha messe su Internet, ha fatto le denunce alla polizia firmando con nome e cognome… Quelli li’ hanno rischiato del loro… E alcuni non erano neanche pacifisti.
L’umanità è sull’orlo del collasso. Lo ha detto anche il Pentagono.
Loro parlavano del collasso ecologico. Poi c’è il collasso della guerra e quello della fiducia negli altri. Il collasso del traffico e il collasso dei veleni alimentari e delle allergie derivate.
Ma oggi c’erano centomila persone in piazza San Giovanni a Roma, al concerto del primo maggio dei sindacati. E ridevano e cantavano e ballavano: "Io non porto sfortuna, io vengo dalla luna…"
Forse abbiamo ancora qualche possibilità impossibile da giocarci per salvare il mondo. Come dice Sherlock Holmes: "Quando le possibilità possibili sono finite non restano che le possibilità impossibili."
Facciamo qualche cosa di assurdo! Alla svelta.