ROMA – Un "decreto flussi" per i lavoratori dei nuovi paesi Ue.
In occasione dell’allargamento Ue, il governo ha riservato 20mila ingressi per lavoro subordinato ai cittadini di Polonia, Lituania, Lettonia, Estonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia ed Ungheria.
Per i lavoratori autonomi di questi Paesi non ci sarà invece nessuna restrizione, e quindi a partire da sabato prossimo potranno liberamente esercitare la loro professione in Italia. Stessa libertà per tutti i lavoratori, dipendenti e non, ciprioti o maltesi.
Il decreto è stato firmato da Berlusconi il 20 aprile scorso e dovrebbe arrivare in Gazzetta Ufficiale nei prossimi giorni, si spera entro sabato, quando altre 10 stelle si aggiungeranno alla bandiera dell’Unione europea.
L’Italia, come la maggior parte dei paesi membri, ha così scelto di avvalersi della moratoria di due anni per la libera circolazione dei lavoratori, ma ha anche previsto un canale preferenziale per i nuovi cittadini europei.
Una fonte interna al Ministero del Lavoro ci ha anticipato che nel testo del decreto non si fanno distinzioni tra lavoratori stagionali e non, e i 20mila ingressi non sono ancora suddivisi per nazionalità .
Queste ed altre precisazioni saranno presto oggetto di una circolare.
La corsa alle quote dovrebbe partire già lunedì prossimo.
La procedura per le assunzioni passerà per le Direzioni Provinciali del Lavoro (DPL) e sarà quasi identica a quella prevista per i lavoratori extracomunitari.
Il fatto che i nuovi cittadini Ue non avranno bisogno di visti per entrare in Italia dovrebbe però accelerare i tempi.
Bisogna notare che anche in questa occasione il governo non è stato di manica larga.
Ventimila ingressi sono pochi, specialmente se consideriamo che l’ultimo decreto flussi, secondo un’ inchiesta di Stranieri in Italia, ha lasciato a bocca asciutta almeno 100mila datori di lavoro.
Le DPl si preparino: tra qualche giorno avranno alle porte le solite vergognose, interminabili, troppo spesso inutili file…