– In Italia sono circa 500-600 i minorenni che si prostituiscono. Si tratta di adolescenti ma anche di bambini e di bambine di otto anni. I paesi di provenienza sono l’Albania, la Romania, la Bulgaria, la Modalvia, l’Ucraina e la Russia. Altri bambini, più piccoli di loro, anche appena nati, sono invece la merce delle adozioni illegali. Si è scoperto un traffico che parte dalla Bulgaria (dove vengono reclutate le madri incinte), passa per la Grecia (dove viene effettuato il parto e sono predisposti i documenti) e si conclude o nella stessa Grecia o in Spagna, paesi di residenza dei nuovi genitori-acquirenti. Esiste un listino prezzi: 15.000 dollari per un neonato maschio, 7.000 per una femmina.
Sono solo alcuni dei dati contenuti nel "Rapporto informativo sulla tratta dei minori" che, realizzato da Save the children, è stato presentato ieri a Roma.
Lo studio riguarda sei paesi europei che coprono l’intero ciclo del traffico. Si va da due paesi "produttori", cioè fornitori della merce umana (la Bulgaria e a Romania), a due paesi di transito (Italia e Spagna), a due paesi "consumatori" (La Danimarca e il Regno Unito).
Ma mentre l’individuazione dei paesi produttori è chiara (si tratta degli stati più poveri dell’Est europeo), meno netta è la distinzione tra paesi "di transito" e paesi "consumatori". L’Italia, infatti, in parte rientra anche in questa seconda categoria. Le cifre relative alla prostituzione minorile sono una proiezione del totale delle persone coinvolte: dalle 10.000 alle 13.000. Si calcola che l’incidenza dei minori sia una percentuale che varia da 4, 2 al 6, 2 del totale.
Dunque i bambini che nel nostro paese sono sfruttati sessualmente sono un numero che va dai 542, nella migliore delle ipotesi, a 663, nella peggiore.
Il dato più allarmante è che il fenomeno è in costante espansione. "Negli ultimi dieci anni – afferma Save the children – è cresciuto costantemente il numero delle bambine e dei bambini vittime di tratta, soprattutto provenienti dai paesi dell’Est europeo. Si tratta di bambini estremamente vulnerabili perché possono essere facilmente sottoposti a coercizione e hanno meno possibilità di fuggire".
I dati raccolti nei due paesi produttori presi in esame sono inequivocabili. In Bulgaria, solo nel 2002, ci sono stati 2128 minori vittime di abusi, con un aumento del 50 per cento rispetto all’anno precedente. Quanto alla Romania, i dati sono quelli raccolti dell’Oim (Organizzazione internazionale per le migrazioni) che si occupa dell’identificazione e del rimpatrio delle vittime della tratta. Del totale delle persone assistite dall’Oim nel triennio 2000-2003, il 22 per cento è costituito da minorenni.
Cifre che hanno una corrispondenza speculare in Italia come negli altri paesi "di transito e "consumatori". In Spagna, nel 2002, i minori sfruttati sessualmente sono stati 272, di cui 168 bambine coinvolte nel mercato della prostituzione e della pornografia. Nel Regno Unito, dove non ci sono affidabili statistiche ufficiali, si parla di 250 minori coinvolti.