Il libro, accompagnato da un cd audio in cui gli stessi detenuti leggono le proprie storie, è stato presentato questa mattina all’interno del carcere. Gli autori sono tutti detenuti della "Nave", il braccio in cui si trovano le persone detenute con problemi di tossicodipendenza. "Il lupo racconta" è stampato in 500 copie, costa 12 euro e può essere acquistato on line al sito www.lacuravalelapena.it.
Un’iniziativa presentata alla vigilia della Festa del papà , volta a sottolineare l’importanza del rapporto genitori-figli, anche laddove i primi siano in carcere e le occasioni di incontro siano poche. Solo a San Vittore si stima che circa il 30 per cento dei detenuti uomini e il 50 per cento delle donne abbiano almeno un figlio. Un aspetto della vita carceraria spesso sottovalutato e che anche con l’iniziativa di oggi vuole essere riproposto all’attenzione delle amministrazioni penitenziarie. "Nel 2000 su 54.800 detenuti, 19.844 erano genitori – dice Sacerdoti, dell’associazione "Bambini senza sbarre", che da anni lavora a San Vittore -. I dati statistici ci dicono che se non si incide sul rapporto genitori detenuti e figli, se non si riesce a ricomporre la frattura e la divisione tra padri e figli, anche i figli sono destinati a vivere situazioni di disagio che possono diventare pericolose. Ecco l’importanza di lavorare proprio sulla ricomposizione di questo rapporto".Qualcosa da questo punto di vista è cambiato: "Il nuovo regolamento dell’amministrazione penitenziaria in vigore dal 2000 favorisce il rapporto genitore-figlio – spiega Teresa Mazzotta, vicedirettrice del carcere di San Vittore -: la direzione può aumentare il numero dei colloqui tra detenuti e familiari e il regolamento non prevede più, come accadeva in precedenza, che si possa negare il diritto al colloquio tra genitori e figlio".
"Il lupo racconta" è stato finanziato dal Servizio Area penale e carceri della Asl ed è una delle iniziative promosse dal "Progetto Relais", nato dall’incontro tra alcune associazioni che si occupano di carcere con lo scopo di favorire l’incontro tra figli e padri e madri in carcere. Un’ attività che ha portato alla nascita della "Stanza verde", uno spazio dove verranno ospitati i bambini e familiari dei detenuti nelle lunghe attese prima di incontrare i propri cari. La Stanza Verde si trova all’interno del Museo della Scienza e della Teconologia (a due passi dal carcere) ed è stata attrezzata specificatamente per accogliere i bambini in visita ai genitori detenuti. Lo spazio sarà gestito da personale con competenze pedagogiche e consentirà di alleviare i disagi che incontrano i familiari ogni volta che si recano in visita al carcere. Il progetto Relais ha per obiettivo la tutela delle relazioni tra genitori e figli in carcere ed opera concretamente per realizzare migliori spazi di accoglienza per famiglie in visita ai parenti detenuti, offrire sostegno a padri e madri in carcere sostegno alla relazione genitoriale (attraverso l’ attività di facilitatori e consulenze pedagogiche e legali), formare il personale delle carceri a una maggiore sensibilità nella tutela delle relazioni genitori-figli all’interno delle carceri.