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(ANSA) – ROMA – Non sarà  più necessario il visto di ingresso per gli immigrati che giungono ogni anno per lavorare in Italia dai Paesi dell’ Est, verso i quali a partire dal primo maggio si realizzerà  l’ allargamento dell’ Unione europea.

Lo ha reso noto la Coldiretti sulla base delle indicazioni trasmesse dal Ministero degli Esteri alle Ambasciate in vista della ‘nuova Europà.

Si tratta di una importante semplificazione che interessa circa 50.000 lavoratori stagionali, non stagionali e autonomi che ogni anno arrivano in Italia da Repubblica Ceca, Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Slovacchia, Slovenia e Ungheria.

La decisione assunta determinerà  un significativo snellimento nei tempi amministrativi necessari per l’ assunzione di un immigrato proveniente da questi Paesi, con effetti positivi per i lavoratori e per le imprese che non dovranno più attendere fino a due mesi per adempiere tutte le procedure, come nel passato.

La decisione giunge nel momento in cui sono stati esauriti in molte Regioni i permessi di ingresso per i 50.000 lavoratori stagionali extracomunitari e 29.500 lavoratori subordinati non stagionali o autonomi autorizzati con i Decreti flussi.

In tal senso è prevista l’ emanazione di un nuovo provvedimento per integrare la quota di ingressi, tenuto conto che le esigenze delle imprese fanno prevedere, rispetto allo scorso anno, richieste in aumento del 20% per un totale di circa 85.000 unità  per i soli lavoratori stagionali.

"Ma soprattutto – secondo la Coldiretti – è auspicabile che accanto all’ eliminazione del visto si provveda quantomeno al superamento delle quote per i lavoratori stagionali provenienti dai Paesi che, con l’allargamento dell’ Ue, faranno parte dal maggio 2004 della nuova Europa". La maggior parte dei lavoratori stagionali extracomunitari che arrivano in Italia attraverso le quote di ingresso trova occupazione in agricoltura, dove i lavoratori immigrati rappresentano il 10% dei lavoratori agricoli totali.

Questi provengono per i due terzi (67,3%) dall’Europa dell’Est (principalmente Polonia, Slovacchia, Repubblica Ceca e Romania) e sono per il 53,8% impegnati nella raccolta della frutta e nella vendemmia o in un caso su tre (29,9%) nella preparazione e raccolta di pomodoro, ortaggi e tabacco ma anche nell’ attività  di allevamento (10,6%).

"L’ immigrazione legale – sostiene la Coldiretti – è una risorsa per lo sviluppo economico e sociale della nuova Europa e bisogna dare una risposta strutturale ai bisogni delle imprese e alle aspettative dei lavoratori, che sappia conciliare il rigore nei confronti della clandestinità  con i cambiamenti di una moderna economia post-industriale".

Ecco il numero dei lavoratori in arrivo senza visto nella nuova Europa:
Repubblica ceca 3.527
Estonia 257
Lettonia 515
Lituania 672
Polonia 30.658
Slovacchia 2.881
Slovenia 3.727
Ungheria 3.745
Totale 45.712

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