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TERRATERRA

di MARINELLA CORREGGIA
Il parlamentare Fidèle Hien viaggiava giorni fa nelle aree rurali del suo paese, ne ha bevuto l’acqua e se ne è ammalato: ecco perché non era presente alla giornata speciale "Dichiariamo l’acqua un diritto umano universale", ieri presso la sala del Consiglio comunale di Roma. Niente di strano, perché il deputato Hien vive in Burkina Faso: uno dei paesi dove l’acqua è lungi dall’essere un diritto e dove ogni giorno faticano bambine, bambini e donne per portare a casa pochi litri da magre, lontane, non pulite fonti. La "Dichiarazione di Roma", presentata ieri dal presidente e dal segretario del Comitato per il contratto mondiale dell’acqua (Mario Soares e Riccardo Petrella), è ora aperta alla firma di istituzioni, enti locali (hanno già  aderito l’associazione delle province italiane e, implicitamente, il comune di Roma), di movimenti e perché no, di stati (del resto il Brasile di Lula ha lanciato il programma per superare lo scandalo di 40 milioni di che ogni mattina si svegliano e ogni sera si addormentano senza poter aprire un rubinetto o pompare acqua dietro casa). La "Dichiarazione di Roma" chiede a chi vorrà  aderire () l’impegno su sei obiettivi che intrecciano la lotta per l’accesso di tutti con quella per il lucro e lo spreco di pochi: a) rendere costituzionale il diritto all’acqua, dalla Dichiarazione universale dei diritti umani dell’Onu (che da 55 anni non lo contiene), alla futura Carta costituzionale europea, alle costituzioni nazionali (è presente, ma con scarsi impatti pratici, in quella del Sudafrica), agli statuti locali; b) ripudiare l’uso dell’acqua per fini politici o militari; c) liberare dalla schiavitù, dalla fatica e dall’analfabetismo i quasi 20 milioni di ; d) porre fine al pompaggio e ai consumi devastanti riducendo del 40% a livello mondiale i prelievi attuali in agricoltura, industria e settore civile (e pure ripubblicizzando – o perlomeno tassando – la gestione delle acque minerali e delle sorgenti); e) inventare la finanza cooperativa per l’acqua (un fondo mutualistico per progetti idrici); f) istituire i Consigli di cittadini con poteri deliberativi, per una "democrazia locale dell’acqua". I fondi per evitare che 30 mila persone muoiano ogni giorno di non acqua o di acqua sporca ci sono eccome. Tran Hoai, rappresentante del Comitato di cittadini di Hue (Vietnam), annuncia per il 2005 l’accesso all’acqua da parte del 100% della popolazione rurale: eppure il suo paese non è ricco. Invece, enormi risorse nel mondo sono sprecate in armamenti, ripete Danielle Mitterrand. Ad esempio, investendo saggiamente l’equivalente del costo di sei mesi di occupazione americana in Iraq (dove anche gli acquedotti sono già  appaltati alla Betchel) si potrebbe trovare una soluzione ottima – già  invano proposta nel 1992 – alla contesta sul Tigri e sull’Eufrate, come spiega il giordano Munther Haddadin, consigliere del principe Hassan – non regnante e non filoamericano. Anche contro la mercificazione dell’acqua, i giochi e le lotte passano in tutto il mondo per il livello locale: lo si vede dal meraviglioso esempio dei boliviani di Cochabamba e dalle poco edificanti vicende italiane. Da noi, l’articolo 35 della legge finanziaria per il 2002 obbligava di fatto i comuni a rinunciare all’affidamento pubblico dei servizi anche idrici. Sono state le vive proteste degli enti locali – perfino i comuni lombardi della Lega – a obbligare il governo a emendare quell’articolo: con l’articolo 14 del "decretone" fiscale. Ma la confusione è grande sotto il sole, e così in queste ore la fazione liberista dell’opposizione, vari Ds compresi, chiede invece liberalizzazione, concorrenza e privatizzazione. Così, ai parlamentari è arrivata una lettera aperta dell’Associazione degli eletti progressisti e democratici dell’acqua, di cui fanno parte Pietro Folena, Massimo Rossi (presidente del Consiglio comunale di Grottammare, protagonista da anni della battaglia contro la mercificazione dell’acqua) e Patrizia Sentinelli. La consigliera comunale romana di Rifondazione ricorda che l’Acea, privatizzata al 49%, ormai risponde "solo agli azionisti" e partecipa a gare nel Terzo mondo senza informare il consiglio comunale…

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