LA VIA VERSO LA TERRA DELLA GRAZIA.
I
La musica è un processo di unione del mondo delle qualità e del mondo delle esistenze, di miscelazione del mondo del silenzio e del mondo del suono.
In questo senso, la musica è una via di trasformazione.
Quello che facciamo è inseparabile da come e perché facciamo quello che facciamo.
Così, la trasformazione del suono è inseparabile dalla trasformazione di sè.
Per esempio, attraiamo il silenzio stando in silenzio.
Nella nostra cultura, ciò generalmente richiede pratica.
La pratica è una via per trasformare la qualità del nostro funzionamento, cioè, una trasformazione di ciò che facciamo.
Ci muoviamo dal fare sforzi non necessari, gli sforzi di forza, al fare sforzi necessari, la direzione dell’assenza di sforzo.
In questo la prima massima è: onora la necessità , onora ciò che è sufficiente.
II
Quando consideriamo il nostro funzionamento come musicisti, cioè cosa facciamo per divenire un musicista, troviamo che stiamo considerando più che solo l’operazione delle nostre mani.
Il musicista ha tre strumenti: le mani, la testa ed il cuore, ed ognuno ha la propria disciplina.
Così il musicista ha tre discipline: la disciplina delle mani, della testa e del cuore.
In definitiva, queste sono una disciplina: la disciplina.
La disciplina è la capacità di prendere un impegno nel tempo.
Se il musicista è capace di prendere un impegno nel tempo, garantire che essi onoreranno questo impegno senza riguardo per la convenienza, il comfort, la situazione e l’inclinazione del momento, essi sono sulla strada per divenire efficaci.
Un musicista efficace è uno strumento allenato, sensibile ed affidabile al servizio della musica.
III
Così la pratica si indirizza a:
1.La natura del nostro funzionamento cioè le nostre mani, la testa ed il cuore.
2.La coordinazione del nostro funzionamento cioè le nostre mani con la testa, le nostre mani con il cuore, il nostro cuore con la testa, ed in un mondo perfetto, tutte e tre insieme in una rara, improbabile, ma possibile armonia.
3.La qualità del nostro funzionamento.
IV
È assurdo credere che praticare il nostro strumento sia separato dal resto della nostra vita.
Se cambiamo la nostra pratica, cambiamo le nostre vite.
La pratica non è solo ciò che facciamo con le nostre mani, nemmeno solo come facciamo ciò che facciamo, nemmeno perché facciamo quel che facciamo.
La pratica è come siamo.
V
Una pratica di qualche valore sarà tre cose:
1.Una maniera di sviluppare una relazione con lo strumento;
2.Una maniera di sviluppare una relazione con la musica:
3.Una maniera di sviluppare una relazione con noi stessi.
Così, le tecniche del nostro mestiere musicale sono in tre campi: del suonare lo strumento, della musica e dell’essere una persona.
Non posso suonare la chitarra senza avere una relazione con me stesso, o con la musica.
Non posso, quale chitarrista, suonare musica senza avere una relazione con me stesso e la mia chitarra.
E, applicando me stesso alla chitarra ed alla musica, mi scopro nell’applicazione.
VI
Una tecnica simula ciò che rappresenta, e prepara uno spazio per la tecnica affinché diventi ciò che rappresenta.
Per esempio, la maniera in cui vivo la mia vita è la mia maniera di praticare l’essere vivo.
Non c’è distanza tra come vivo la mia vita e come pratico l’essere vivo.
VII
Quando la qualità è entro la nostra esperienza, riconosciamo il suo ritorno e possiamo permettere alla sua azione di aver luogo su noi.
Ma come e perché sia presente, o ci visiti, è molto più difficile da descrivere.
Se questa qualità è presente con noi, la descrizione diviene più facile: descriviamo il mondo in cui viviamo.
Se viviamo nella via del mestiere, il mestiere vive in noi; come descriviamo questa via, il mestiere si rivela attraverso di noi.
Qualsiasi vera via sarà capace di descrivere se stessa attraverso la sua gente di mestiere.
VIII
La qualità che portiamo ad una piccola parte della nostra vita è la qualità che portiamo a tutte le piccole parti della nostra vita.
Tutte le piccole parti della nostra vita sono la nostra vita.
Se siamo capaci di fare un piccolo atto di qualità , si spargerà attraverso il più grande atto del vivere.
Ciò è nella natura della qualità " una qualità è ingovernabile dalla misura e dalle regole della quantità : una qualità è ingovernabile dal numero.
Così, un piccolo atto di qualità è grande come un grande atto di qualità .
Un atto di qualità porta con sè intenzione, impegno e presenza, e non è mai accidentale.
IX
Quando abbiamo esperienza del fare uno sforzo di questo tipo, possiamo applicare questa qualità di sforzo nelle altre aree della nostra vita.
La regola è: meglio essere presenti con una cattiva nota che assente da una buona nota.
Quando la nostra nota è vera, siamo sorpresi nel trovare che suona quasi come il silenzio, solo un po’ più forte.
X
Se la musica è una qualità organizzata nel suono, il musicista ha tre approcci verso di essa: attraverso il suono, attraverso l’organizzazione, o attraverso la qualità .
L’apprendista avvicinerà il suono, la persona di mestiere avvicinerà l’organizzazione del suono, ed il maestro musicista avvicina la musica attraverso la sua qualità .
Cioè, il maestro musicista lavora dal silenzio, organizza il silenzio, e pone suono tra il silenzio.
XI
Dove stiamo andando è come ci andiamo.
Se dove stiamo andando è come ci andiamo, non dobbiamo andare da nessuna parte.
Se non dobbiamo andare da nessuna parte, che noi possiamo essere dove stiamo.
XII
La musica è una presenza benevola costantemente e prontamente disponibile a tutti.
Che noi possiamo fidarci dell’inesprimibile benevolenza dell’impulso creativo.
Tradotto da Antonio De Honestis