La razionalità non ci prepara all’irrazionale, benché un senso della proporzione è valevole e riflesso in un contesto con/per la forma.
Un contesto con la forma ci porta a considerare la proporzione naturale ed innaturale, la proporzione naturale alla forma geometrica ed aritmetica e la proporzione innaturale a ciò che è arbitrario.
Le principali differenze tra la forma naturale ed innaturale sono il necessario e l’essenziale, e fare questa distinzione è fare una distinzione qualitativa.
Fare una distinzione qualitativa è essa stessa un’azione relativamente sottile (in qualsiasi maniera lo capissimo).
Le operazioni della Grazia sono intrinsecamente irrazionali ( ad esempio completamente sproporzionate a ciò che meritiamo) e, per definizione al minimo, al di là della mente razionale.
Ma, fortunatamente, la Grazia non è al di là delle nostre abilità ad avere esperienze, e questo in se stesso è un esempio di Grazia in operazione.
Una buona scuola inglese, fin recentemente, preparava i suoi studenti ad amministrare un impero; e parte di questa educazione era riconoscere differenze minute in gradi e status.
Una buona cultura occidentale ci prepara a funzionare con successo in un mondo occidentale con menti occidentali, valori e visioni del mondo (ad esempio la visione della scienza Newtoniana).
La mente occidentale verbale-intellettuale" materiale, parziale, non integrata, arrogante" garantisce l’accesso dove il "sovrannaturale" non esiste. E dato che non esiste, quindi non può esistere. (Il saggio di Henry Bartlof sulla Coscienza Scientifica di Goethe, ristampato nel Completezza della Natura, è una affermazione classica dei limiti posti nel nostro avere esperienza del WV-IM).
La ragione è ammirevole e valevolmente coltivabile, e contribuisce allo sviluppo della discriminazione.
La discriminazione è una qualità necessaria nella vita ed è assente nel Vero Credente (cfr. il diario del 20 maggio). Ma la ragione non è uno strumento che può essere applicato a ciò che, per definizione, è al di là dell’esercizio della ragione; per esempio, un insight diretta, un punto nel vedere, rivelato istantaneamente nel balzo creativo. Si potrebbe usare anche un telescopio per esaminare una cultura e poi negare l’esistenza dei batteri.
La ragione segue l’insight creativo; la riflessione segue la rivelazione, ed è sua serva.
Così, la razionalità ed una educazione occidentale, anche la ragione, non sono qualificati sufficientemente per dare un giudizio effettivo sulle operazioni della grazia, su distinzioni qualitative ed azioni sottili.
Una educazione che necessariamente ed inevitabilmente ci predispone a negare la possibilità di qualsiasi cosa che non può essere "provato" da esame ed osservazione fisica non è una educazione sufficiente per giudicare azioni "immateriali" (mentre si nota che queste sono materiali nel loro dominio).
L’educazione occidentale non educa il corpo, e non educa nemmeno i sentimenti.
Principalmente educa la mente in una maniera parziale, diretta verso una gamma limitata di funzionamenti.
Entro quella gamma limitata, il "successo" del WV-IM è sbalorditivo.
Può piazzare una bomba (in genere) accuratamente ad un edificio dopo aver volato per 500 miglia. Il WV-IM non può rendere il trasporto pubblico puntuale, abbordabile, sicuro o convenientemente accessibile; ma rendere i treni puntuali non è proprio così drammatico o catalizzante l’attenzione come le grandi esplosioni.
Ci sono scuole dove l’educazione è disponibile per allenare le facoltà sottili. Queste verrebbero catalogate, per esempio, sotto il titolo di ashram o monasteri, sebbene le qualifiche per entrare non sono proprio le stesse di quelle per Yale, Harvard, Oxford, e Cambridge (e non sto diminuendo quel particolare set di qualifiche), mentre sono molto uguali.
Un mio amico si preparò nello stesso istituto di Madre Meera; le loro capacità eccezionali (che ho esperito e testimoniato) sarebbero respinte da chi, ragionevole e razionale, pubblica sul guestbook. Ma la nostra educazione occidentale, razionale e ragionevole ci predispone a considerare l’ashram non proprio una educazione.
E l’ashram non sarebbe nemmeno la prima scelta educativa per prepararci alla Città di Londra, a Wall Street, ad un capitanato d’industria, o al mondo dell’imprenditoria. Ma, se gli affari fossero la nostra vocazione particolare, una preparazione in affari sarebbe parte della nostra preparazione funzionale (notando che la nostra preparazione funzionale si indirizza solo alla funzione) e l’ashram ci fornirebbe una preparazione al persistere in un ambiente in pressione e non simpatetico.
Traduzione di Antonio De Honestis
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