DI NUOVO IN SCENA CON DARIO D’AMBROSI

Mentre al Cinema cerca di sopravvivere con la sua opera prima "Il ronzio delle mosche", tra megaproduzioni americane e nuovo cinema italiano, D’Ambrosi torna per una serata al suo "teatro patologico" con uno dei suoi classici, "Nemico mio-manicomio".
E con D’Ambrosi tornano in scena, dopo qualche anno, alcuni attori diversamente abili dell’Associazione Volontari "Il Cavallo Bianco". Sono quelli che lo hanno seguito fino al "mitico" Cafè La MaMa di Ellen Stewart, dove sono stati iscritti sul grande libro del Teatro di tutti i tempi.
Ri-vedere un classico di D’Ambrosi offre nuove possibilità  di riflessione e analisi, perché ogni messinscena è diversa dalle precedenti. Mi è capitato di vedere uno stesso spettacolo per tre sere di seguito e di assistere ogni volta ad una performance completamente diversa. Infatti, D’Ambrosi connota le proprie rappresentazioni dell’umore del momento: una sera lo spettacolo è ironico, un’altra è tragico, mentre un’altra ancora è un gioco in-divenire, perché l’attore milanese non si ricorda nemmeno una battuta.
Così il teatro di D’Ambrosi si ri-crea continuamente, si ri-vitalizza, gode di nuove emozioni. Talora, sono alcune "intrusioni" inaspettate nei suoi spettacoli a cambiare il corso delle cose. Infatti, è accaduto parecchie volte che alcuni spettatori sono entrati arbitrariamente nei suoi spettacoli e che D’Ambrosi sia stato tranquillamente al gioco. Chi si permette tanto sono alcuni attori diversamente abili dell’Associazione Volontari "Il Cavallo Bianco". Accadde la prima volta, quando praticamente non conoscevamo ancora D’Ambrosi: fu Stefano ad approfittare di una "crisi epilettica" di D’Ambrosi, per irrompere nel suo spettacolo ed improvvisare una poesia. Il pubblico pensò che fosse una trovata di scena e che Stefano fosse un attore. Dopo di allora, è successo altre volte: spesso quelli del Cavallo Bianco, conoscendo a memoria i testi di D’Ambrosi, si annoiano…e allora decidono di saltare sul palcoscenico…
Giovedì 5 Giugno 2003 alle ore 21.00, accanto a D’Ambrosi e Lorenzo Alessandri, ci saranno il "mitico" Stefano Nicolò Amati, il "vecchio geppetto" Sebastiano Alfei e il "sempreverde" Paolo Sansone, che racconteranno le loro emozioni e i loro pensieri sul mare, il mare che calma gli animi e il mare che agita i cuori. Peccato che sia solo una "partecipazione straordinaria", che apre e chiude lo spettacolo: speriamo di tornare a vedere al più presto tutti gli attori dell’Associazione Volontari "Il Cavallo Bianco" in un nuovo scoppiettante spettacolo di D’Ambrosi, un carosello sulle diversità  umane, tragico e divertente come è la natura umana.

DA SEGNARE:
5 giugno 2003, ore 21.00
Auditorium Parco della Musica, Sala piccola, Roma Viale Pietro de Coubertin
"Nemico mio-manicomio", spettacolo teatrale dell’associazione Teatro Patologico con la regia e per la recitazione di Dario D’Ambrosi – con Lorenzo Alessandri – con la partecipazione straordinaria di Stefano Nicolò Amati, Sebastiano Alfei e Paolo Sansone
Serata a ingresso libero (fino a esaurimento dei posti)
Info: Cittadinanzattiva, 06/367181 – www.cittadinanzattiva.it

SINOSSI:
La storia teatrale di Dario D’Ambrosi, come sa chi segue i suoi spettacoli, si muove negli indefiniti recinti della follia: il suo fare teatro è una indagine che ha come "territorio di competenza" la malattia, e per strumento un teatro libero e terapeutico capace di scatenare percezioni e paure primordiali. "L’idea di questo spettacolo – dice D’Ambrosi – mi è venuta un giorno quando stavo leggendo alcuni casi clinici nella Biblioteca psichiatrica dell’ospedale Santa Maria della Pietà , a Roma. Stavo per uscire quando vidi entrare un signore molto distinto che cominciò a salutare tutti i presenti annunciando con grande entusiasmo la sua imminente partenza per il mare. Ogni giorno, da dieci anni, quell’uomo si presentava in Biblioteca salutando tutti convinto di partire per il mare, ma, in realtà , il mare non l’aveva mai visto". Il personaggio ha richiamato alla mente di D’Ambrosi i bambini che con la loro immaginazione raggiungono luoghi fantastici anche se rinchiusi nelle loro camerette, magari scarabocchiando sui muri bianchi, con matite dalle tinte pastello, le onde del mare.

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