L’ovest e il resto: la globalizzazione e la minaccia terroristica

"L’Ovest e il Resto" di Roger Scruton sarebbe stato più accuratamente intitolato "L’Islam contro l’Ovest" o forse "L’Ovest contro Se Stesso". In "L’Ovest e il Resto", il "resto" non sono tanto Africani, Asiatici, Arabi ed altri non-occidentali, ma i seguaci dell’Islam, in particolare gli Islamici radicali. Le 35.000 parole che seguono il piuttosto fuorviante titolo valgono la pena di essere lette.

Mentre c’è stata una valanga di libri dopo l’11 Settembre che esaminano l’Ovest, l’Islam, o ambedue, il libro di Scruton differisce dagli altri. Come il "Che c’è di grande in America" di Dinesh D’Souza e "La Rabbia e l’Orgoglio" di Oriana Fallaci, "L’Ovest e il Resto" scarnifica l’Islam radicale e abbraccia la Civiltà  Occidentale. Il suo vero obiettivo, comunque, è l’Ovest. Specificamente, riflette sulle prospettive di sopravvivenza di una civiltà  impaurita dalle sue radici, tradizioni e storia. Senza nessun principio che unisce, perché dovrebbe qualcuno preservarla?

Dopo l’11 Settembre, il Presidente Bush suppose che i terroristi ci odiassero perché odiano la libertà . Mentre i critici disquisivano sul giudizio semplicistico di Bush dei motivi dei terroristi, hanno ignorato l’altra implicazione dell’affermazione di Bush: che proprio come la libertà  unisce i nostri nemici nell’odio, essa è anche ciò che unisce gli Occidentali in una comunità  collettiva. Così, come Scruton scrive: "se tutto ciò che la civiltà  occidentale offre è la libertà  , allora è una civiltà  incline alla propria distruzione". Libertà , che implica la libertà  di fare bene o fare male, non è abbastanza. Qualcosa di più è necessario.

"Sacrificare la propria vita per un amico è duro" – Scruton scrive – "Fare lo stesso per uno straniero è ancora più duro. Allo stesso tempo, senza la disposizione a rinunciare alla vita per il bene comune, una società  di stranieri non può sopravvivere. è riflettendo su questo argomento che vediamo il bisogno di allearsi con l’idea di una cittadinanza con una lealtà  territoriale". Gli occidentali hanno bisogno di sentirsi come parte di una comunità , l’autore sostiene. Oggi molti Stati occidentali sono "una società  di stranieri".

Per Scruton, è il nostro processo politico inclusivo piuttosto che la razza, la religione, il linguaggio che ora definisce la nazionalità  nell’Ovest. Nell’Ovest ogni cittadino ha un interesse nel suo paese. "La Civiltà  occidentale dipende da un’idea di cittadinanza che non è globale affatto, ma radicata in giurisdizione territoriale e lealtà  nazionale"" "L’Ovest e il Resto" asserisce – "Contrariamente a ciò, l’Islam, che è stato fino a tempi recenti remoto dal mondo occidentale e senza la capacità  di proiettare il suo messaggio, è fondato su di un’idea di deità  che è interamente globale nel suo significato, e che considera la giurisdizione territoriale e la lealtà  nazionale come compromessi senza legittimità  intrinseca loro propria".

Le nazioni occidentali, che vanno sotto la categoria di Scruton come "stati personali", coinvolgono i cittadini nelle politiche della nazione. "Lo stato personale è responsabile verso i suoi cittadini, e le sue decisioni possono essere imputate a loro, non da meno, perché, loro, come cittadini, partecipano al processo politico" – Scruton asserisce. In un senso perverso, i terroristi che attaccano obiettivi civili in America ed Israele condividono la supposizione di Scruton.

Dato che le democrazie eventualmente riflettono la volontà  della gente, molti esperti occidentali applicano le lezioni delle proprie terre a nazioni dissimili, sovrastimando la volontà  delle masse nel determinare le politiche di stati non-democratici. La volontà  della gente in Iran, ad esempio, potrebbe essere per la modernizzazione, aumentare il secolarismo, e l’Occidentalizzazione. Così, dato che l’Iran è uno stato totalitario e non una libera repubblica, il volere della gente iraniana è quasi irrilevante per le future prospettive della nazione. "Il fatto rimane" – Scruton scrive – "che non c’è ruolo per l’opposizione in quegli stati, nessuna maniera nella quale il partito d’opposizione possa pacificamente competere con il potere con chi correntemente lo possiede, e quindi nessuna maniera nella quale l’opposizione possa essere usata per creare un governo basato sul dialogo". Ciò, ovviamente, è una differenza chiave tra l’Ovest e il Resto. è anche tra le ragioni per cui il terrorismo e altre forme di violenza politica proliferano fuori dell’Ovest.

Similmente, la globalizzazione ha portato una certa semplicioneria nelle èlite dell’Ovest, che ascrivono il termine descrittivo "democratico" a qualsiasi organizzazione che rappresenta una moltitudine di nazioni. Scruton scrive: "quelli che vanno ai meeting dell’ONU non hanno letteralmente interesse nell’essere lì. Essi non sono i rappresentanti della gente dei territori da cui vengono, e se parlano per tutti, è per il partito, fazione, o tiranno che li ha mandati". In altre parole, la maggioranza della gente che vive fuori dall’Ovest vive in regimi gangster, per cui, organizzazioni come la World Trade Organization e l’ONU, che includono questi regimi nel processo decisionale, non possono in nessuna maniera essere considerati democratici.

Sia l’èlite dell’Ovest che la base di seguaci dell’Islam soffrono lo stesso problema: ambedue disprezzano la civiltà  occidentale. Nell’Ovest si vede imbarazzo culturale in educatori, gente di spettacolo, giornalisti, ed altri rovina-opinioni. Questa alienazione dalla civiltà  occidentale è meglio esemplificata nella mancanza di assimilazione da parte degli emigranti in Europa e Nord America. "Tutto il criticismo di culture minoritarie è censurato dal dibattito pubblico"" "L’Ovest e il Resto" – dichiara "e i nuovi venuti rapidamente concludono che sia possibile risiedere in uno stato europeo come antagonista e allo stesso tempo godere dei diritti e dei privilegi che sono la ricompensa della cittadinanza. Questa è la ragione principale per cui gli sforzi in Gran Bretagna di reclutare minoranze di immigrati nella polizia e nelle forze armate, in altre parole nelle professioni che simbolizzano la nostra giurisdizione territoriale e le sue richieste su di noi, hanno incontrato tale scarso successo". Questo è perché, per esempio, la simpatia per il terrorismo anti-americano era alta nelle comunità  di immigranti islamici negli USA.

Scruton fa notare che il 70% degli emigranti nel mondo stanno scappando dal mondo islamico, mentre non c’è virtualmente nessun percepibile esodo dall’Ovest. L’Europa e il Nord America sono una destinazione così desiderabile per estranei perché offrono libertà , particolarmente con riguardo al denaro. Con la libertà  viene la responsabilità , letteralmente un obbligo verso la nuova società . Ciò è assente tra alcune comunità  di emigranti, particolarmente musulmane.
Scruton ci ricorda: "Il complotto per attaccare l’America non fu fatto nascere in nessun paese musulmano, ma nel continente dove l’Ovest cominciò". Ma perché un emigrante dovrebbe giurare fedeltà  alla sua nuova società  quando un nativo non lo fa? Scruton osserva: "i diritti devono essere guadagnati con doveri, ed il richiamo del dovere è effettivo solo nel contesto di una lealtà  comune. Quando la lealtà  si erode, il senso del dovere si erode con essa. Allo stesso tempo l’erosione del dovere non è accompagnata dalla diminuzione di richiesta di diritti….. il mio diritto è il tuo dovere".
"L’Ovest e il Resto" è corretto quando deduce che la civiltà  occidentale, come è ora costruita, è qualcosa per cui pochi vi morirebbero. Più che una curiosità  storica, questa esitazione nel sacrificare la propria vita per il bene comune è sempre capitata. I milioni che sono morti in passati conflitti raramente andarono a combattere volontariamente, ma sapendo che se avessero fallito nel combattere sarebbero stati uccisi o imprigionati dalla loro stessa società . Poche guerre, va aggiunto, sono combattute per difendere la propria tribù, nazione o civiltà , che porta anche alla diffusa riluttanza degli individui a partecipare personalmente a guerre non-difensive. L’adozione del principio organizzativo di Scruton – legare cittadinanza a lealtà  nazionale – ci assicurerà  una civiltà  con un’abbondanza di difensori? Forse no, ma sarebbe certamente un miglioramento nella dissoluzione dello stato-nazione che ha condotto ad una civiltà  forzata a covare nemici al suo interno.

Così che cos’è sbagliato nella civiltà  occidentale che bisogna fissare? Scruton risponde indicando l’evaporazione di confini nazionali senza il corrispondente assorbimento dei nuovi venuti, una cieca venerazione di culture straniere insieme ad una denigrazione della nostra cultura, leggi burocratiche, l’inabilità  dello stato a governare corporazioni multinazionali, una materialistica devozione al denaro e non alla nazione, e entità  intrusive nel "libero mercato" che ledono leggi locali. Queste sono tra le sfide che Scruton ci indica come le caratteristiche unificanti dell’Ovest: la nazione-stato partecipatoria. Va ricordato che queste minacce all’Ovest dei nostri giorni non solo emanano dal mondo islamico, ma dall’Ovest stesso.

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