Dall’orfanotrofio al "ManicomiO" il futuro dei bambini DI BEGOML

La situazione è molto difficile, basti pensare che ogni anno un consistente numero dei bambini oligofrenici di Begoml viene sottoposto a visita di controllo da parte della Autorità  sanitarie bielorusse e che una parte di essi viene trasferito in istituzioni totali, in cui è probabile la reclusione a vita.

L’esperienza di oltre dieci dell’Associazione Volontari "Il Cavallo Bianco" e di oltre venti anni di molti soci nel settore dell’handicap, dell’intervento sociale e della riabilitazione di persone con gravi disabilità  ci porta ad affermare che la valutazione socio-sanitaria operata in Bielorussia aderisce a standard di esclusione sociale e non tiene conto, come avviene in Italia da circa trenta anni, delle residue capacità  del singolo soggetto disabile. In tal modo, come avviene anche in altri paesi europei, viene rafforzata la logica della istituzionalizzazione totale dell’individuo fin dalla più tenera età , senza lavorare per lo sviluppo dell’integrazione sociale di chi ha maggiori difficoltà .

Per questo motivo, l’Associazione Volontari "Il Cavallo Bianco" ha promosso una serie di iniziative di ospitalità  di gruppi di bambini bielorussi dell’Internato di Begoml, finalizzate alla promozione delle potenzialità  dei singoli ed all’affermazione del diritto all’integrazione in società  di ciascun individuo.

Ci sembra opportuno, prima ancora di approntare una eventuale battaglia sulla deistituzionalizzazione, provare ad approntare strumenti e a trasferire buone prassi, che evitino ulteriori internamenti dei bambini oligofrenici in ospedali a vita. La medesima attività  con lo stesso gruppo è stata svolta, con enormi difficoltà  logistiche ed economiche, già  nel periodo Maggio/Giugno 2002. I risultati inattesi conseguiti rispetto ai percorsi riabilitativi dei bambini bielorussi, le aspettative suscitate nella direzione dell’Orfanotrofio e il coinvolgimento manifestato dalla popolazione del territorio parrocchiale coinvolto hanno portato alla decisione di reiterare l’iniziativa.

L’esperienza di circa otto anni con gli Orfanotrofi bielorussi ci conforta nell’affermare che le Autorità  bielorusse tendono a rimandare decisioni drastiche e definitive (quale, ad esempio, l’internamento psichiatrico a vita di bambini di 8/10 anni), lì dove dall’Italia viene manifestato un interesse ed un’attenzione adeguati.

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