Talvolta,
l’esistenza universale
è come un cirro di maggio
che varia,
imprevedibilmente,
di colore e d’aspetto;
ma è pur sempre esistenza
nell’esistenzialità .
L’esistenza!
Giornata quieta,
giornata tersa,
giornata fresca,
giornata rosea
di pace profonda
rincuora me stessa,
rinfranca il mio cuore,
ritempra il mio intelletto,
riaffiora i miei ricordi,
irrobustisci le mie membra,
rafforza le mie vene poetiche.
Ascolta,
fa di me una poetessa socievole,
solare e lieta
più d’una pasqua,
nonostante
le ennesime delusioni,
malgrado
le incancellabili avversità causate,
non dalla vita;
ma dalla perversità disumana
e dall’indifferenza della gente.
Giornata di stasi che sei, oggi, in me!
Coriandoli di pace
dai mille colori,
scendete dalla volta azzurra,
spargetevi in tutto il globo.
Solleticate il cuore della gente
all’accordo universale.
Inducete a riflettere ed a meditare,
tutto il mondo,
che la pace bisogna amare,
che per la pace è necessario lottare,
che la pace bisogna abbracciare,
lasciando sulla terra visibili tracce
di intramontabili arcobaleni.
Coriandoli di pace,
fate che sventoli alta,
costantemente,
seppur senza vento,
la raggiante bandiera dei sette colori!
Mia dolce nonnina,
con le trecce scure,
intorno all’ormai canuto capo,
ti rivedo nel mio ricordo
e mi sembra ancora di percepire
le mille storie di Lobbi
e quella de "Il cane di San Giuliano"
che solo tu mi sapevi raccontare.
Io, bambina,
me ne restavo intrappolata
nei racconti del tuo intelletto.
Io e te eravamo come due mondi
che s’incontravano e s’intendevano
alla perfezione.
Mi dicevi sempre ch’ero brava e buona
e che sarei stata una donna forte,
capace di vedermela con la vita,
malgrado la fisica spasticità .
Incoraggiavi il mio futuro
col tuo limpido e quieto sorriso,
sembrava che tu intravedessi già
ciò che sarebbe stato di me
in quel giorno lontano
in cui non ci saresti stata più
a tenermi per mano.
Ora parecchi anni sono trascorsi
ed io, donna,
ti rivedo così com’eri;
potente come una roccia
dirimpetto alle numerosissime avversità
che la vita non risparmia.
Rammento che il tuo motto era
"Andare avanti!"
Me l’hai insegnato tu. Ricordi?
Stai tranquilla, nonnina!
Io ho assorbito ogni tua parola
ed il tempo implacabile
non potrà mai cancellare
dal mio cuore
questo tuo prezioso insegnamento.
Il nostro legame era formato d’amore:
amore incondizionato.
Verso la fine della tua esistenza,
mi raccomandasti d’ascoltare gli altri;
ma soprattutto di seguire
la voce del mio intuito.
Stanotte ho sognato
ch’ero seduta,
con le ginocchia piegate,
sulla spiaggia in riva all’oceano
e contavo le onde,
una per una,
non avevo paura alcuna
che m’inghiottissero.
Le onde antiche e canute
erano più di cento,
più di mille,
più d’un milione,
più d’un miliardo.
Erano onde perfette
che s’alzavano e s’abbassavano
a ritmo col tempo
e con la loro cresta
di schiuma bianca
parevano sfiorare il firmamento,
formando infiniti ponti cristallini
fra il mare il cielo
come fossero brillanti arcobaleni d’acqua.
Stavo lì, in estasi.
In seguito a quel preciso istante
mi destai
e compresi che non mi trovavo più
sulla riva dell’oceano
a contare le onde;
ma nella realtà d’ogni giorno.
E pensai che sulla spiaggia oceanica
non c’erano rimaste neppure le mie orme.
Una vita coi confini non esiste;
non è mai esistita.
La vera vita non conosce confini,
non conosce estremità alcuna!
La vita,
soprattutto umana,
va vissuta in piena libertà
e degnamente,
seppur soffrendo non invano,
fino all’ultimo respiro.
La vita
gode della bellezza,
gode della fantasia,
gode della poesia
gode del sorriso,
del reciproco rispetto.
E, come, si sa,
ogni vita ha una sua storia,
intimamente,
tutta singolare e particolare.
Ogni persona fa una storia
e, dopo la vita,
lascia un’impronta nella storia.
La vita è un "sì" infinito alla pace,
un "sì" all’amicizia.
La vita è un nucleo d’amore,
custodito in fondo al cuore dell’uomo.
La vita è luce, è gaudio, è speranza,
nonostante le avversità .
La vita è un arcobaleno di mille colori.
La vita non ha confini!