“Prima, quando gli amici di mia madre venivano a trovarla, parlavano per lo più di arte. Dopo, le loro conversazioni si incentravano sulle malattie dei loro bambini”. Tra quel “prima” e quel “dopo” c’è il disastro di Chernobyl: la terribile notte del 26 aprile 1986, quando il reattore numero 4 della centrale nucleare ucraina esplose e liberò la nube radioattiva. A raccontare la tragedia con queste parole è un bambino, Nikolaj, in un libro a fumetti scritto e disegnato dal giovane autore toscano Paolo Parisi. “Chernobyl: di cosa sono fatte le nuvole” (edizioni Becco Giallo) non è un reportage, ma un’opera di fiction che si innesta su fatti di cronaca. Come hanno già fatto artisti-reporter del calibro di Art Spiegelman (“Maus”), Joe Sacco (“Palestina” e “Gorazde area protetta”) e l’iraniana Marjane Satrapi (“Persepolis”), Parisi usa il linguaggio dei comics, testo e immagini in bianco, nero e grigio, per raccontare con toni asciutti e segno essenziale una tragedia della storia: quella nuvola arancione, frutto dell’incidente nucleare, che si stima abbia causato nel tempo 200mila morti e 20 anni dopo continua a uccidere provocando tumori allo stomaco e alla tiroide. Il fumetto segue le vicende di tre personaggi che abitavano nei pressi di Chernobyl e nel vicino paese di Pripjat, diventato una città fantasma: il bambino Nikolaj in ospedale, la vecchia Nina in perenne attesa del figlio che non tornerà mai più, il giornalista Aleksandr che ha perso i genitori nel disastro e sta scrivendo un libro-inchiesta. Tre punti di vista e tre storie per riflettere sul “dopo”, e per dire che Chernobyl è una ferita sempre aperta. Il libro è corredato da un ricco apparato di documenti, con la cronistoria dell’incidente, schede informative e un dibattito sull’uso dell’energia nucleare tra i docenti universitari Franco Battaglia e Massimo Scalia, l’ingegner Ugo Spezia della Sogin (Società italiana gestione impianti nucleari) e Fabrizio Fabbri, responsabile delle politiche ambientali dei Verdi. Il volume a fumetti sarà presentato stasera alle 20 a Bologna, nell’ambito della rassegna “Està Porto” nel parco Lo Russo di via dello Scalo 21.