Roma 9/2/2005
Ascoltare il telegiornale, vedere film sulla persecuzione degli ebrei, vedere film in cui vengono denunciate varie forme di violenze realmente accadute mi fa molto male.
Mi fa paura!
Come mi fa paura la gente molto ansiosa e soggetta a fisse. Mi faccio paura anch’io quando mi lascio prendere dall’ansia.
L’ansia e le fisse ci attappano gli occhi e ci irrigidiscono i muscoli e il cervello.
Le persone in preda al panico ne combinano di tutti i colori. Cascano sbattono coinvolgono gli altri nella follia, si fanno notare ancora di più.
Perchè per via dell?ansia si dimentica perfino chi si ha davanti. Tutti gli esseri umani diventano oggetti di fronte all?ansia. Non c’è più rapporto costruttivo.
Partiamo da un esempio banale: come può essere quello di un guidatore che inveisce sugli altri automobilisti.
Sembrerà una sciocchezza ma non lo è affatto, la gente inveisce sugli altri molto pesantemente e con parole che non hanno niente a che fare con la guida.
Passando ad altri discorsi, a volte ho la netta sensazione che la gente, gli uomini o le donne, sia meno sconvolta dalla violenza che subisce una poveraccia che da quella che subisce una del suo ceto.
Mi correggo: purtroppo non è una semplice sensazione, è la realtà di tutti i giorni.
Da bambina ho visto un mio cugino tirare i sassi a dei bambini di strada che chiedevano l’elemosina.
Non ho mai dimenticato quel gesto. Ho considerato mio cugino una bestia in quel momento.
A me piace molto essere gentile, mi è sempre piaciuto. E non perché volevo apparire una brava bambina prima e una brava donna adesso.
Ho sempre provato gusto nel tenere la porta aperta a chi sta uscendo da un portone, ad esempio.
Mi piaceva e mi piace aiutare tutte le persone in difficoltà che io sono in grado di aiutare.
Spesso però mi sento impotente.
Mi fa tanta paura che si possa arrivare a un livello di violenza che porta alla tortura, alla costrizione verso certi atti.
Ho tanta paura.
Ma sono sicura che la chiusura verso gli altri, l’ansia, il reprimersi sempre più, il rinchiudersi, non fa altro che avvantaggiare la violenza.
Io non sono una santa, però l’unica cosa che spero di non rimproverarmi alla mia morte è quella di essere stata complice di violenze e repressioni.
Donatella