ll decreto per lavoratori provenienti da paesi non appartenenti all’Unione europea limita gli ingressi nel modo seguente:
30.000 lavoratori subordinati non stagionali, di cui 15.000 colf e badanti.
2.500 autonomi, per le seguenti categorie: ricercatori, imprenditori (attività di interesse per l’economia nazionale), liberi professionisti, soci e amministratori di società non cooperative, artisti di chiara fama ingaggiati da enti pubblici o privati. Nell’ambito di questa quota, sono ammesse fino a 1.250 conversioni da studio a lavoro autonomo.
200, tra argentini, uruguayani e venezuelani, di origine italiana, iscritti in apposito elenco, per lavoro subordinato non stagionale o autonomo.
1000 dirigenti o lavoratori altamente qualificati, per lavoro subordinato non stagionale.
20.800 per lavoro subordinato non stagionale, cosi’ ripartiti:
3000 albanesi
3000 tunisini
2500 marocchini
2000 egiziani
2000 nigeriani
2000 moldavi
1500 cingalesi
1500 bengalesi
1500 filippini
1000 pakistani
100 somali
700 da paesi che concludano ulteriori accordi di riammissione.
25.000 stagionali, provenienti da Serbia-Montenegro, Croazia, Bosnia-Herzegovina, Macedonia, Bulgaria, Romania, Tunisia, Albania, Marocco, Moldavia, Egitto, o già soggiornanti in Italia per lavoro stagionale nel 2003 o nel 2004.
Possibili redistribuzioni di quote non utilizzate, dopo 120 giorni dalla data di entrata in vigore del decreto. Il decreto per lavoratori neocomunitari prevede un tetto di 79.500 accessi al mercato del lavoro, per lavoro subordinato stagionale o non stagionale. I decreti dovrebbero essere pubblicati tra qualche giorno sulla Gazzetta Ufficiale.
Il Ministero del lavoro dovrebbe diramare una , stabilendo che le domande possono essere spedite dal giorno successivo alla data di pubblicazione dei decreti in Gazzetta Ufficiale.