Da "Il Messaggero" di oggi: Il Cristo epilettico di D’Ambrosi sconvolge la stressata NewYork.

Da noi, se in giro ci fosse un po’ di coraggio, dovrebbero affidargli un teatro, una struttura da gestire. Meglio, dati i tempi, un posto dove "scioccare" la gente, fin troppo sopita dall’ignavia e dalle televisioni. Aspettando il proprio turno, lui getta scompiglio, intanto, a New York, quantomai giusta, dopo l’11 settembre, per accogliere messaggi forti, millenaristici, purificatori.
È appena tornato dalla Grande Mela, Dario D’Ambrosi, 46 anni, ex-calciatore (Primavera del Milan), attore (è stato, fra l’altro, il flagellatore di Gesù in The Passion di Mel Gibson), regista e demiurgo della follia (si è fatto internare due anni in manicomio per vivere da pazzo con i pazzi), fondatore del Teatro Patologico (memorabili certi suoi spettacoli-flash nelle macellerie e nei mattatoi). Ai newyorchesi stressati e desiderosi di rimozione ha fatto un tremendo regalo di Natale: The Pathological Passion of The Christ (La Passione patologica di Cristo), un colpo di teatro per nulla blasfemo ma totalmente eversivo. Gesù, considerato epilettico per le sue "stranezze" (l’epilessia era anticamente ritenuta malattia sacra), viene operato all’ospedale "Francesca Cabrini". Gli asportano il lobo frontale (l’intervento vede lo stesso D’Ambrosi nei panni del chirurgo, in realtà  gli spettatori assistono al film di un intervento realmente avvenuto) e il Cristo torna alle braccia di sua madre, una Vergine nera, del tutto normalizzato. Uno come gli altri. Uno di noi. Per l’uomo-dio che si era prefisso di riconquistare il paradiso perduto, è allora un’esplosione di dolore, una furia amara, una passione alla rovescia. "Dovevate lasciarmi "patologico" urla Da persona "normale" non posso far nulla. Sognavo di ridarvi gli equilibri e le delizie d’origine. Chi vi salverà , ora, dalle catastrofi?". Satana, nel frattempo, ha tentato di sostituirsi alla Luce in petto a Maria. Un pugno allo stomaco la Pietà  che si forma in scena quando Gesù torna dalla sala operatoria e viene deposto in grembo alla Madonna. Duro monito. E dura metafora.
Ellen Stewart, la grande nera fondatrice del Cafè La Mama, dove Dario ha replicato la sua performance fino ai primi dell’anno, è impazzita per il Gesù "patologico". Il New York Times ha dedicato all’evento e a D’Ambrosi un’intera pagina del numero domenicale. Su Dario fioccano tentazioni di lavoro americane. "Ma io dice, noto testardo ho voglia di fare delle cose nel mio Paese. Qui mi sono formato, qui sono nate le mie due figlie. L’esperienza con la follia l’ho maturata al "Pini" di Milano, gli urli notturni dei matti mi sono entrati dentro durante un buio italiano… La patologia è anche nostra. Voglio esorcizzarla nel mio Paese".

RITA SALA

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