Quest’ultimo periodo è stato pieno di soprese per me, e non nascondo che la cosa mi ha trovato un pò spiazzato. Non mi aspettavo certo di essere nel bel mezzo di uno spettacolo, che non aveva l’aria di essere certo una cosa allegra, anzi affatto divertente, ma che comportava una concentrazione particolarmente alta dato l’argomento.
Rappresentare la morte in diretta non è mai una cosa semplice, ma l’insieme di elementi, che suscitano in ogni persona, sentimenti caldi e raggelanti nello stesso tempo; quando poi si tratta di mettere in ballo le vite dei bambini innocenti, di anime che nulla hanno, se non il senso dell’inconsapevolezza e dell’inesperienza di ciò che può accader loro, si prova un senso di incapacità e di impotenza a rappresentare perfino e per assurdo la vita stessa.
Per noi adulti è molto più facile, a volte, avere la prospettiva della morte, che colpisce indiscriminatamente, forse per educazione ricevuta, forse perché i nostri genitori, data la loro età, ci fanno pensare a questo evento nel caso in cui "loro" non ci saranno più, e ci preparano ad affrontare la tragicità della realtà.
Io, da parte mia, cerco sempre di fuggire quest’idea perché mi ha sempre spaventato, e tutt’ora mi fa paura. Mi rendo conto comunque che non si può sempre essere lontani da questa considerazione, e cerco di parlarne come un fatto possibile ma lontano, anche se come molti dicono: questa nostra vita è solo un passaggio; si nasce, si vive, si … ho ancora paura a dirlo! è un controsenso che non mi so spiegare.
Tornando a quanto ho detto prima, voglio solo dire che ciò che ho vissuto in quel momento è stato un pensiero fisso! Perché accanirsi in quella maniera cieca e senza senso? Perché proprio degli innocenti, dei bambini? Perché noi adulti non riusciamo a metterci in testa, che anche noi, sì anche noi, siamo stati piccoli e indifesi?
Se fosse accaduto a noi, allora, come ora! Il pensiero sarebbe stato diverso? Non lo so, riesco solamente a trovare in tutto questo solo l’opportunità di fare le differenze! Noi?.. non siamo mai cresciuti, siamo rimasti dei bambini nella mente, ma non nel cuore e nell’anima!
Mi chiedo ora: quando l’uomo, cosiddetto tale, crescerà per riuscire a capire che forse una risposta a tutto questo c’è? Ma forse, solo Alice, può trasmetterci questo messaggio e darci una risposta che valga la pena di essere considerata.