Per un attimo le emozioni sono state integrate all’interno di spazi istituzionali, e, come dire, c’è stata più di una volta l’impressione che le emozioni stesse potessero essere istituzionalizzate. Tutto ciò può apparire provocatorio, ma in realtà è il sentimento che scorreva all’interno della Sala della Protomoteca al Campidoglio, dove l’Associazione Volontari "Il Cavallo Bianco" si è incontrata con la cittadinanza e le Autorità Comunali.È stato un grande giorno per l’Associazione, perché viene finalmente riconosciuto in modo ufficiale un sogno che è stato costruito con grande pazienza, perseveranza e sacrificio nel corso di dieci anni, per volontà dell’Associazione Volontari "Il Cavallo Bianco". Questo sogno si è concretizzato in un progetto che porta il nome di , il quale si prefigge come obiettivo principale il superamento della istituzionalizzazione psichiatrica dei bambini oligofrenici ospiti dell’Internato di Begoml, attraverso lo sviluppo di percorsi di arte-terapia, che confluiscano in happening teatrali pubblici di sensibilizzazione.
Questo progetto è nato dal cuore, ed è cresciuto grazie alla forza e al sostegno corale di tante persone che hanno avuto fiducia e che credono ancora oggi al "domani", restituendo una speranza di vita dignitosa a molti ragazzi e ragazze bielorussi abbandonati dai loro genitori, spesso poveri, che crescono in Internati, e poi, raggiunta un’età matura, vengono rinchiusi in strutture psichiatriche per tutta la vita.Grazie alla cooperazione dell’Associazione Volontari "Il Cavallo Bianco", la Fondazione Pfizer, le autorità della Provincia di Docksciezij, del Comune di Begoml, dell’Internato di Begoml, del Comune di Roma – Ufficio del Consigliere Delegato del sindaco per l’Handicap, del Comune di Roma – IX Municipio, della Scuola Giovanni Cagliero di Roma, questi ragazzi potranno vivere un futuro migliore, ed essere loro stessi protagonisti attivi della propria vita.
Il progetto "Pinocchio" è anche un progetto educativo che intende fornire le conoscenze più elementari affinché i ragazzi bielorussi possano venire a conoscenza dei pericoli che purtroppo esistono nel territorio bielorusso a causa della radioattività provocata dal disastro di Chernobil. Quotidianamente le persone del luogo devono fare i conti con le conseguenze della radioattività presente nella natura e negli alimenti. Si parla di una realtà che determina delle conseguenze devastanti sui cittadini, provocando fin dalla nascita malformazioni fisiche e mentali. Massimo Bonfatti, responsabile del progetto "Humus" (Legambiente), durante il suo intervento, ci ha spiegato come sia necessario educare la cittadinanza, affinché ogni individuo sia capace di tutelare la propria vita quotidianamente. Per esempio, dopo aver mangiato i cetrioli bisogna avere l’accortezza di buttare via il liquido del vegetale rimasto nel piatto, perché contiene sostanze tossiche. Oppure, in situazione di povertà , quando le persone non possono permettersi di comprare la legna per il riscaldamento, vanno a raccoglierla nei boschi, con venti gradi sotto zero. Dopo che è stata bruciata la cenere non può essere interrata a causa delle sostanze tossiche assorbite precedentemente dal tronco dell’albero.
Il progetto "Pinocchio" intende, inoltre, seguire il percorso di crescita degli adolescenti adottati dalle famiglie italiane, per i quali, una volta che saranno maggiorenni, la loro situazione sociale rientrerà nella normativa degli extracomunitari, come ha spiegato Mauro Valeri del Comitato Interministeriale Minori Stranieri. Occorrerà quindi incentivare una strada alternativa a quella del rientro dei ragazzi negli istituti psichiatrici bielorussi, come quella che già esiste della casa famiglia, che è stata comprata grazie ai fondi stanziati generosamente dai privati in collaborazione con le associazioni. Parallelamente, il Consigliere delegato per i problemi dell’handicap del Comune di Roma, Ileana Argentin, ha dichiarato che verranno stanziati dei sussidi finalizzati alla realizzazione del progetto "Pinocchio".
Questo è l’intento che si prefigge anche la Vicedirettrice Ludmilla Valentik, presente al Campidoglio, con il sostegno della Provincia di Docksciezij.La gioia e l’entusiasmo della vicedirettrice Ludmilla Valentik, ha toccato il cuore di tutti noi presenti nella sala della Protomoteca. Si sentiva quanta speranza e tenacia abbia finalmente premiato il coraggio di questa donna e di tutti coloro che, come lei, lottano per la vita di chi viene considerato "inutile" a causa della loro differenza, quando invece in questi ragazzi, esiste una ricchezza che aiuta tutti noi a comprendere meglio quali siano i veri valori che rinforzano il nostro senso di appartenenza alla vita.
Queste sono le parole espresse da Maria Grazia Cucinotta, testimonial del progetto, la quale aveva precedentemente adottato tre adolescenti bielorussi, durante il dialogo avvenuto tra lei e il Presidente dell’Associazione Volontari "Il Cavallo Bianco" Gaia Carletti, nel corso della conferenza.
Il Progetto "Pinocchio" permette, inoltre, la maturazione e la crescita anche di chi è in grado di accogliere i ragazzi bielorussi qui in Italia, anche in ambito educativo e didattico. L’intervento del Dirigente scolastico del 27° Circolo Didattico "Giovanni Cagliero" Laura Cialè è stato chiarificante da questo punto di vista, spiegando come ogni anno la scuola accoglie un gruppo di bambini e ragazzi, all?interno dei locali della Scuola Cagliero. Tutto ciò non solo è importante per i ragazzi italiani che possono relazionarsi e integrarsi con bambini portatori di un’altra cultura, ma anche per gli insegnanti stessi è un’occasione per interagire con una realtà nuova, la quale offre un occasione di rinnovamento attitudinale di tipo didattico.Laura Cialè ha inoltre evidenziato:.
Chi vi scrive ha assistito solo a una parte dell’evoluzione lenta e tortuosa avvenuta nel corso di oltre dieci anni, ma è testimone del coraggio e della forza di chi ha voluto portare alla luce questo progetto. Il Presidente Gaia Carletti, Giovanni Sansone, Fabio Middei, con l’aiuto di tante altre persone che costituiscono l’Associazione Volontari "Il Cavallo Bianco", hanno lottato con tenacia, riuscendo a sensibilizzare risorse umane e politiche a questo progetto. Nel corso degli anni hanno creato un sogno che è nato dal cuore, e attraverso un atto creativo sono riusciti, con umiltà e grande forza di volontà , a dargli una forma, una struttura e una organizzazione sistematica. Ed è in questo modo che, come ogni atto creativo, il sogno è in grado di partorire se stesso, attraverso un processo di integrazione tra il cuore e la mente. L’idea del "nuovo" prende corpo nel luogo dove il sogno soggettivo incontra la realtà oggettiva.
Per tutto il corso della mattinata ho avuto una sensazione che si è realizzata successivamente nella visione di un "fanciullo" e di una "fanciulla" che scorrazzavano in mezzo alle poltrone del pubblico, dietro il tavolo dei relatori, oppure in mezzo alle tende della Sala della Protomoteca. Hanno stretto la loro mano a quella delle istituzioni, e poi hanno ricominciato a correre gioiosi, coscienti del loro sogno, ma anche consapevoli delle loro responsabilità . In bocca al lupo.