Non più sogno!
Ho trovato
il mio cuore
nella splendente
e reale realtà.
Ho sentito
il mio intelletto
librarsi
sulle ali argentate.
Sono giunta
al culmine
d’una luminosa
e grande gioia.
Ora,
ho assaporato
il tepore vivace
della rosea poesia.
Ho compreso
con commozione
di amare la vita
così come si presenta davanti ai miei occhi.
Attualmente,
l’anima mia
avrà una voce tutta sua
ed olezzerà
di eterni e vibranti ricordi.
Vi descrivo
quell’Universo
che sento vicino
al mio cuore,
e mi guida
in ogni momento
della mia vita.
È un universo
che entra in me,
col tiepido Sole,
con la Luna benigna
e con le auree Stelle;
ma per il mio intelletto
è impossibile penetrare
in Lui,
poiché ha la luce
d’un Mistero inespugnabile.
Quell’ Universo
non appartiene
a questo mondo.
Appartiene
soltanto
al mio Creatore.
Giovani,
parlo a voi
che avete bisogno
di conoscere l’amore
e le parole sincere.
Vi contatto
dal carcere
che m’ha distaccato
dal Male,
e dalla rossa e feroce
violenza.
Qui,
nel carcere,
ho compreso:
la realtà,
la riflessione,
il dolore
ed il rimorso.
Dirimpetto il Giudice
ho avvertito
tanto amore e perdono
perché
ho giurato di affermare
la verità
a Colui che comprende
ed ama tutti.
Giovani,
ora, non mi sento
più prigioniero;
ora sono libero
d’intraprendere
la strada conducente
al Bene.
Tutti
hanno il monte
della vita
dove vi è assegnata
la buona
e la cattiva sorte,
ed ognuno
deve cercare,
con la forza d’animo,
di raggiungere
la vetta più alta
dal punto
dove i raggi solari
sono più potenti.
Anche noi,
minorati fisici
e psichici,
abbiamo
il nostro Everest
cui dobbiamo aggrapparsi
sino in cima,
superando
ogni groviglio,
con la luce
nel cuore.
Al termine
di ennesime difficoltà
godremo e contempleremo
forti e fieri
il monte della speranza.
Non mi sarà mai
possibile
cessare di amarti,
perché
l’anima tua
non mi ha,
minimamente, ingannata.
Non posso,
neppure,
sentirti
troppo lontana
perché
nel mio cuore
m’assale
una forte nostalgia.
Non posso
desiderare
un’altra amicizia
migliore della tua,
perché
sei quel raggio
di fedeltà
che splenderà,
per sempre,
nella mia vita.
Vasto
occaso dorato,
va, lontano
ad indorare
ogni cielo
ed ogni angolo
del mondo.
Tenue
crepuscolo d’oro,
distendi
il tuo manto amorevole
nei cuori
degli oppressi,
donando a loro
una serenata di pace.
Luminoso tramonto
color delle spighe
del grano,
nutri
ogni creatura
affamata di Bene.
Occaso,
indori,
pure,
il cuore
degli essere umani,
e, fa
che siano lieti,
nonostante tutto.
Perché
sei triste,
argenteo cipressetto,
oggi,
in questa quiete
limpida e silente?
Perché
non godi
la prima pioggia
novembrina,
snello cipresso,
oggi,
che ti accarezza
così piamente?
Perché,
questa sera,
stenti tanto
a tendere
i tuoi austeri rami
al pallido chiarore
dell’astro lunare,
malinconico cipresso?
"Perché,
attualmente,
è il giorno dedicato
ai cuori
che non palpitano più;
ai cuori
che nutrono,
amorevolmente,
le mie piangenti
ed antiche radici".