RIFLESSIONI DI LABORATORIO TEATRALE:una delle fate del nostro PINOCCHIOci invita a soffermarci sulle paure della nostra anima

In quale mente e anima non è nascosta la paura, l’angoscia, credo in tutte, anche il più forte, il più coraggioso ha paura di se stesso. Ma il più debole ha coraggio più di quanto lo si possa immaginare. Là dove c’è sofferenza c’è voglia di vivere perché tutto ciò che si conquista ha il prezzo del coraggio di contare sulle proprie forze, soprattutto quando intorno a te c’è buio e un piccolo spiraglio di luce ti dà VITA.
Credo di aver fatto un discorso retorico, ma l’uomo vive di frasi fatte, il nostro linguaggio è fatto di parole, le emozioni dell’anima molte volte non si riescono a descrivere. La solitudine si può sentire anche in mezzo a tanta gente, è qualcosa che fa male dentro e credo che tanti bambini o comunque persone siano sole. I ragazzi di tanti istituti qua in Italia sono soli, ma c’è qualcuno che lotta per loro o forse è meglio dire che si prova. Così come la nostra Associazione sta tentando di costruire o ricostruire identità di bambini destinati al manicomio. è una parola che a molti fa paura, ad altri fa sorridere, ad altri ancora crea indifferenza. A me fa paura. Si è appesi ad un filo ed è follia avere paura del genere umano. Ormai siamo tutti attaccati a dei fili e guidati come dei burattini, tutto è dentro i computer, siamo numeri, schede, ma non persone. Mi domando: se il manicomio è già fuori perché crearne un altro? Forse il potere di molti burattinai è più importante del rispetto delle PERSONE?
Anche questa è retorica, quante cose si scrivono, si leggono, ma non si fanno, rimangono solo parole.
La realtà è un’altra cosa, è l’immersione di se stessi nella vita, anche il teatro è vita perché simula degli eventi, che suscitano emozioni e reazioni di chi nella quotidianità non ha voce, non ha diritto di espressione, perché il mondo non è una persona, ma è solo un DIVERSO.

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