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Roma – Il Comune di Roma garantirà i suoi servizi anche agli stranieri che stanno rinnovando il permesso di soggiorno: per iscrivere un figlio al nido, chiedere una licenza per il commercio, registrare un contratto d’affitto basterà esibire il cedolino rilasciato dalla Questura.

Con una memoria di Giunta il Campidoglio cerca di venire incontro ai trecentomila stranieri della capitale, che per un rinnovo aspettano anche 12 mesi.
La memoria impegna infatti l’amministrazione "ad agevolare gli iter amministrativi di propria competenza (servizi anagrafici, scuola, servizi sociali, commercio) nei confronti dei cittadini stranieri che posseggono la ricevuta che attesta l’avvenuta presentazione dell’istanza volta ad ottenere il rinnovo del permesso di soggiorno".

Attraverso l’assessore alle politiche sociali Raffaella Milano, il Comune chiederà alla Questura "di intraprendere ogni iniziativa volta a ridurre gli attuali tempi di attesa nella concessione del rinnovo dei permessi di soggiorno e a definire un servizio di collegamento (help desk) tra uffici e amministrazioni decentrate". L’ assessore Milano chiederà inoltre "alle aziende sanitarie di applicare misure tese ad assicurare la continuità assistenziale e l’accesso alle cure ai cittadini stranieri nel periodo di attesa del rinnovo".

"Nonostante l’impegno della Questura di Roma, che proprio in questi giorni ha inaugurato un nuovo e più funzionale Ufficio Stranieri, le lunghissime attese – commenta l’assessore Milano – creano situazioni paradossali. Vi sono persone che devono continuamente rimandare le nozze da tempo programmate, che non possono più accedere ai servizi sanitari perché il libretto rilasciato dalle Asl riporta la data di scadenza del permesso di soggiorno, che non possono iscrivere a scuola i loro figli".

Un limbo in cui precipita anche la vita professionale: "per i lavoratori stranieri in questa condizione – spiega ancora l’assessore – non è possibile richiedere, convertire o rinnovare la patente di guida, come anche soggiacere a tutti gli adempimenti previsti per l’esercizio di una attività commerciale (licenze, libretto sanitario).

"Comprendiamo la necessità di effettuare le verifiche sulle istanze di rinnovo presentate dai lavoratori stranieri – osserva Raffaella Milano – ma ci pare inconcepibile che le stesse debbano prolungarsi per un anno, impedendo a migliaia di lavoratori di condurre una vita normale e negandogli l’accesso ai servizi dello stato e degli enti locali"

Il problema è a monte, nella legge che non dà al cedolino di rinnovo valore ufficiale per l’accesso ai servizi sanitari, amministrativi ed anagrafici.
"Evidentemente – conclude l’assessore alle politiche sociali – i dettami della Bossi-Fini risultano talmente restrittivi da divenire inapplicabili se non a costo di gravissime violazioni dei diritti individuali" . Di qui l’appello affinché "al più presto i ministeri competenti pongano rimedio a questa incredibile situazione".

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