Senza titolo

C’era una volta un falegname di nome Geppetto.
Un giorno alla porta con grandissima violenza sbattè un pezzo di legno, Geppetto chiese se era di qualcuno, allora se lo prese. Pensò cosa farci e gli venne in mente di costruirci un burattino così gli faceva compagnia. Geppetto si mise a lavoro quando sentì una vocina che gli disse – Ahi mi fai il solletico – Geppetto a questa voce disse – Me l’ha sarò immaginata – rimesso a lavoro risentì la voce che gli disse – Ahi ho detto che mi fai male – al risentire quella voce guardò se c’era qualcuno dentro e guardò sotto il tavolo, nell’armadio ma nessuno. Riprese a lavorare a risentire quella voce disse – Mi andrò a fare una dormitella e lo continuerò domani – In quella notte venne la fata turchina e gli disse – Pinocchio non devi far arrabbiare il tuo babbo – e Pinocchio disse che non lo faceva arrabbiare. Allora la fatina per premiarlo lo fece diventare un bambino in carne ed ossa.
La mattina al risveglio Geppetto disse – Mi è venuta un’idea per farti camminare – ma non l’aveva riconosciuto, allora si girasse e disse – Ma mi si è ghiacciato il cervello – Geppetto gli chiese come si chiamava e lui gli rispose che si chiamava Pinocchio. Geppetto disse – Sono diventato papà – mentre Pinocchio scappò di casa. Geppetto a non vedere Pinocchio dovette uscire di casa.Geppetto lo vide e lo rincorse e lo rincorsero anche i carabinieri, ma non riuscì nessuno a prenderlo così i carabinieri arrestarono Geppetto mentre Pinocchio se l’era scampata. Geppetto fu indirizzato in prigione mentre quel monellaccio di Pinocchio se ne tornò a casa.
Tornato a casa aveva una grandissima fame, quindi frugogliò da per tutto trovò un uovo ma appena messo sulla padella, uscì dall’uovo un pulcino, il pulcino gli disse – Grazie che mi ha schiuso così non dovrò neanche fare lo sforzo di schiudermi -.
A questo punto Pinocchio che aveva fame pensò di andare al paese vicino a chiedere a qualche buona persona un pezzo di pane. Uscì di casa accostando la porta, fuori era una notte buia che diluviava forte e faceva freddo.
Arrivato al paese vicino suonò il campanello ad una casa e si affacciò un vecchietto in pigiama e disse – Chi è a quest’ora? – Pinocchio rispose – Me la fareste la carità di un pezzo di pane? -. Il vecchietto allora disse – Aspetta che vado a prenderlo – Tornato disse – Ce l’hai il cappello? – Pinocchio rispose – No – Il vecchietto disse – Allora para le mani -. Pinocchio le parò ma venne giù una secchiata d’acqua -.
Pinocchio a quella secchiata fece una linguaccia, se ne tornò a casa tutto affamato.
Si mise davanti al fuoco per riscaldarsi mentre vide una bestiolina che era un grillo-parlante quindi si mise a parlare ma a parlare che Pinocchio si arrabbiò e gli scagliò il martello.
Pinocchio si addormentò con i piedi su il fuoco e se li bruciò. Si risvegliò Geppetto che gli disse – Aprimi! – Pinocchio gli disse – Il gatto mi ha mangiato i piedi – Allora Geppetto – Non farti saltare in mente un’altra monelleria – Geppetto dovette entrare dalla finestra.
Quando vide Pinocchio gli fece tenerezza perché credeva che aveva detto una bugia. Allora Pinocchio gli chiese – Puoi rifarmi i piedi? – e Geppetto disse – Per farti rivedere scappare di casa -. Allora Pinocchio gli diede una raffica di baci e gli disse – Andrò a scuola -. Geppetto per prendergli il libro aveva venduto la casacca. Ormai era pronto per andare a scuola quando per strada vide un teatrino delle marionette che costava cinque soldi, vendette il libro in scambio dei soldi. Entrò nel teatrino e si mise in piedi su una panca. Sul palco c’erano delle marionette manovrate da un burattinaio chiamato Mangiafuoco.
Arlecchino si accorse che c?era Pinocchio e lo chiamò sul palco e festeggiarono. All’improvviso sbucò fuori il burattinaio arrabbiato che rinviò lo spettacolo e la gente esultò. Nella stanza di Mangiafuoco Pinocchio raccontò la sua storia, Mangiafuoco starnutì.
Quando starnutisce si commuove, quindi lascia libero Pinocchio e gli regala cinque zecchini d’oro.
Uscito dal teatrino per andare a casa incontrò il gatto e la volpe che gli dissero ? Buongiorno signor Pinocchio – Pinocchio rispose – Com’è che conoscete il mio nome? – Abbiamo conosciuto il tuo babbo, era in maniche di camicia e tremava dal freddo – dissero i due ladri. – Ma da oggi sono un gran signore – disse Pinocchio.
Il gatto e la volpe si misero a ridere e a dire – Un gran signore tu? – ridevano i due. Disse Pinocchio – Se lo sapete questi sono cinque zecchini d’oro -. Dopo che l’aveva detto il gatto e la volpe dissero – Che cosa ci vuoi fare con cinque zecchini d’oro? Non ne vorresti 1000, 2000, 50000? – – Come si fa? – disse Pinocchio. E gli raccontarono un sacco di balle, quando dissero – Devi venire con noi al paese dei Barbagianni dove c’è un campo dei miracoli.
I due dissero – Perché non andiamo a mangiare all’osteria del Gambero Rosso? – Andarono all’osteria, mangiarono tutto il gatto e la volpe mentre Pinocchio una nocciola. La volpe disse al proprietario – Porta il signor Pinocchio nella sua camera e risveglialo a mezzanotte -. Quando il proprietario lo risvegliò non c’era nessuno, allora Pinocchio chiese – Ma i miei amici? – – Mi hanno detto che sono andati via – – Vi hanno pagato la cena? – – No – disse il proprietario – Tenga – disse Pinocchio. Pinocchio andò a cercare i suoi amici. Ma invece degli amici trova gli assassini. Lo inseguivano, ma arrivati davanti a una casina strilla, prende a calci la porta, quando si affaccia una signora e Pinocchio gli chiede – Puoi aprirmi? – La signora disse – Siamo tutti morti qua – e Pinocchio – Almeno tu, ci sono gli assassini – La signora disse – Anche io sono morta -. Gli assassini presero Pinocchio e lo legarono ad un albero con una corda e gli assassini dissero – Torniamo domani e spereremo che sarai morto -. La fata che lo vide dalla finestra che non lo voleva vedere morto disse a Medoro – Vai a prendere quel bambino appeso all’albero -.
Andò, lo prese e lo staccò dall’albero portandolo in casa. Quando stava in casa la fata chiamò i dottori. Arrivarono alla casa della fata e visitarono Pinocchio, un dottore disse – Per me è morto ma forse è vivo? – l’altro dottore disse – Per me è vivo ma forse è morto -. La fata tramortita disse – Basta, non mi serve più l’aiuto dei dottori, grazie e arrivederci -.
La fata a Pinocchio gli doveva dare la medicina e gli ha detto – Poi ti darò una pallina di zucchero -. Pinocchio disse – Prima la pallina di zucchero e dopo la medicina -. La fata disse – Promesso – Pinocchio – Sì – Pinocchio si mangiò la pallina di zucchero, la fata gli dà la medicina e Pinocchio gli disse – La medicina non la voglio, è amara -. Poi arrivano i conigli con la barra dei morti perché Pinocchio diceva che era meglio morire che bere la medicina amara. Quando Pinocchio vede i conigli con la barra disse – Va bè me la levo -. Il coniglio disse – Per questa volta te la sei cavata ma per un’altra ti prendiamo -. La fata gli chiese delle cose per vedere se diceva la verità e invece diceva le bugie. Uscito dalla casa della fata incontrò il gatto e la volpe.
E Pinocchio disse – Amici ciao ieri non vi ho trovati, sapete che quando tornavo a casa ho incontrato gli assassini -. I due dissero – Abbiamo avuto un altro impegno – La volpe disse – Andiamo al campo dei miracoli -.
Arrivano al paese dei Barbagianni e andarono al campo dei miracoli. La volpe e il gatto gli spiegarono come mettere gli zecchini e infine gli dissero di arrivare fino al paese di Acchiappa-citrulli, così il gatto e la volpe furbi si rubano gli zecchini. Quando tornò, Pinocchio non trovò l’albero con gli zecchini e scavò il buco ma non c?era niente. Allora Pinocchio corse dal giudice di Acchiappa-citrulli dove disse quello che gli era successo ma il giudice rimbambito fa arrestare Pinocchio. Un giorno accade che nasce il figlio di un cattivo, quindi il re della città fa uscire tutti i cattivi. Si erano scordati di Pinocchio perciò gridò – Anche io sono un cattivo -. Sulla strada trova un marmo dove c’è scolpito che la fata è morta nel dolore di Pinocchio. Sempre sulla strada vede una vigna dove c’è l’uva, per prenderla che aveva fame c’era la tagliola e si è impigliato. Il contadino al sentire il botto corre a vedere chi si era impigliato nella tagliola, allora disse – Visto che mi è morto Melampo che era il mio cane devi abbaiare quando vengono le faine -. Il contadino manda i figli per dargli da mangiare. La notte arrivano le faine e dicono – Melampo la vuoi una pollastrella? – – Io non mi chiamo Melampo, mi chiamo Pinocchio – disse Pinocchio e le faine dissero – Se noi prendiamo sette pollastrelle, sei ce le prendiamo e una te l’ha diamo già spennacchiata – .
Pinocchio disse – Va bene – Le faine dissero – Però non devi abbaiare -. Pinocchio finse che non faceva ma quando le faine entrarono nella gabbia delle pollastrelle, Pinocchio dette una spinta alla porta e poi abbaiò. Il contadino si svegliò e gridò – Che cosa c’è? – e Pinocchio urlò – A stupido ci sono i ladri -. Il contadino scese di corsa con un fucile, prese le faine e le mise in un sacco per portarle al ristorante e cucinare. Il contadino chiese il suo nome e gli diede da mangiare però per bene. Sulla strada vide un signore che gli disse – Nel mare è andato con una navetta un babbo a cercare il proprio figliolo -. Pinocchio pensò che era il suo babbo. Pinocchio corse al mare ma durante la strada trovò un serpente grandissimo che gli fumava la testa. Pinocchio dovette aspettare un po? di tempo, quando gli venne in mente di provare a scavalcarlo. Quando fu lì per scavalcarlo alzò il piede e ruzzolò in una pozzanghera. Il serpente ridde tanto che stramazza in uno schianto. Così Pinocchio se ne andò.
Arrivato al mare aveva visto tutta la gente che guardava nel mare, quindi viste il suo babbo che a un certo punto sparì, quindi Pinocchio disse – Voglio salvare il mio babbo – e si buttò nel mare.
La gente disse – Nel nome del padre, del figlio e dello spirito santo amen -. Pinocchio arrivò ad un paese, c’era la spiaggia, quando salì su una barca che sentì una voce che gli disse – Scendi dalla barca -.
Pinocchio guardò sotto la barca e c’era un ragazzo che gli disse – Vedi che c’è un carabiniere con una donna, è mia madre, sono scappato da casa e mi sta cercando da stamattina, digli che non ci sta nessuno –
Pinocchio alla madre gli disse – Qui non c’è nessuno – reggendosi il naso. Allora uscito dalla barca disse – Mi sono scordato i sigari, me li puoi andare a prendere? – Pinocchio gli disse – Sì – Pinocchio gli diede i sigari e poi il ragazzo gli disse – Io mi chiamo Lucignolo – e il burattino gli disse – Io mi chiamo Pinocchio -. Allora Lucignolo gli disse – Ciao – e Pinocchio che aveva fame gli disse – Andiamo a comprare qualcosa da mangiare? – e Lucignolo gli disse – Vai a quella bancarella e prendi sei ciambelle – e Pinocchio – Ma i soldi? – e Lucignolo – Te ne vai -. Pinocchio si diresse verso la bancarella e disse – Mi dà sei ciambelle? -.
Il signore gliele diede ma mentre gliele stava dando passò di corsa un ragazzo che Pinocchio neanche l’aveva riconosciuto ed era Lucignolo.
Allora il signore disse – Inseguilo, inseguilo -. Pinocchio lo rincorse ma a un certo punto non lo vide più, allora sentì un fischio che era Lucignolo che lo chiamava ed era nascosto da una parte dove non li potevano trovare. La mattina Pinocchio non lo trovò e andò alla bisca dove giocava Lucignolo a biliardo e lo trovò. Poi andò a casa della fata e la fata lo fece andare a scuola e andava bene. Un giorno i carabinieri lo portarono per l’orecchio. Il maestro disse – Pinocchio vieni vicino a Lucignolo visto che sei il più bravo della classe -. Mentre gli altri bambini ripetevano, Pinocchio e Lucignolo parlavano, poi ha fatto due volte i beli di una pecora e il maestro lo ha mandato fuori e poi ci si è messo anche Pinocchio e lo mandarono fuori. Pinocchio gli disse – Vieni stasera a casa mia a fare merenda perché finirò di essere un burattino e diventerò un ragazzo -. Lucignolo – Ma se ti ho detto che parto stasera – e scavalcò il recinto e poi anche Pinocchio. Ecco che la sera a casa sua ci sono tutti i compagni e manca Lucignolo. Pinocchio disse alla fata – Vado a cercare Lucignolo – e la fata – Non fare tardi -. Pinocchio trovò Lucignolo lungo una strada e Pinocchio gli chiese delle domande e infine gli disse – Ho promesso alla fata che tornavo a casa – e Lucignolo – Eccolo, eccolo – e Pinocchio – Chi è? – e Lucignolo – è il carro, dunque vuoi venire? – e Pinocchio – Ma sei sicuro che non si studia mai? – e Lucignolo – Mai, mai, mai – – Che bel paese, che bel paese, che bel paese – disse Pinocchio. Arrivati al paese dei Balocchi andarono subito a gridare, a saltare ma finita la festa andarono nella loro stanza. La mattina alzati Pinocchio e Lucignolo si accorsero che avevano le orecchie d’asino. Allora Pinocchio corse nella stanza di Lucignolo con un panno in testa. Entrato nella camera di Lucignolo aveva anche lui un panno, allora Lucignolo disse – Contiamo fino a tre – allora Lucignolo contò – Uno e tre -. A Lucignolo gli spuntò la coda e gli uscì un raglio, poi anche a Pinocchio successero queste cose e l?omino del carro entrò sfondando la porta e visti questi due ciuchini se li prese. Lucignolo lo vendette a un contadino e Pinocchio a un circo che quando si esibì nel saltare il cerchio si zoppò la gamba e lo diedero a un signore che voleva farci la pelle di un tamburo, quindi lo portarono al mare e lo legarono a un sasso, lo buttarono giù e CLASH!!!
Quando ritirarono su c’era solo il sasso e nell’acqua un burattino che nuotava ma arrivò il pescecane e lo inghiottì. Dentro la pancia c’era un tonno che parlò con Pinocchio e poi trovò Geppetto, erano contenti e Pinocchio disse – Scappiamo – e Geppetto – Il pescecane ha il plasma – quindi Geppetto disse – Quando dorme potremo scappare -.
Quando il pescecane dormiva pensarono di andare sulla lingua del pescecane e Geppetto – Io non c’è la faccio a nuotare vai tu – ma c’era il tonno che aveva incontrato Pinocchio e disse – Venite sopra di me che vi do io un passaggio -. Arrivati a riva corsero a casa e la storia finì felici e contenti.

FINE
THE END

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